Nel corso della trasmissione Si gonfia la rete, in onda sulle frequenze di Radio Marte, è intervenuto Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A. Di seguito quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Cosa pensano gli arbitri della ripresa della Serie A? Sento spesso i miei colleghi, questa crisi li ha colpiti molto profondamente. Gli arbitri vengono pagati a prestazione e non avendo alcuna tutela da parte del Governo lavorando a partita Iva. Loro sono il linea con il pensiero dei calciatori, ogni lavoratore deve avere garanzie: la salute prima di tutto. Gli arbitri non percepiscono alcuno stipendio, c’è una sproporzione tra giudici e giudicati. Nel caso di stop definitivo per gli arbitri i prossimi stipendi arriverebbero a settembre”.
“I miei colleghi sono persone integerrime: è il sistema che non funziona. Maggiore trasparenza darebbe una migliore immagine. Trasmettere l’episodio incriminato sui teleschermi non sarebbe così scandaloso. Chi governa gli arbitri in Italia non ha ancora capito l’importanza della trasparenza. Orsato è uno dei migliori arbitri italiani della storia dopo Lo Bello e Casarin. Inter-Juve? Fu una partita sfortunata, sbagliano anche i calciatori: anche Baggio sbagliò un rigore fondamentale. L’errore maggiore è stata la mancata spiegazione della decisione. Bisognava metterci la faccia, lo disse anche De Laurentiis dopo Napoli-Atalanta”.
“C’è stata un’anomalia con l’episodio di Pjanic, perchè di solito a Coverciano vengono mostrati gli episodi controversi. Quell’episodio invece non lo vedemmo. Io non so se il file di quell’episodio ci fosse oppure no, ma le partite vengono registrate interamente, lo posso dire con certezza. Devo spezzare una lancia a favore di Orsato: dopo quella partita non ha ricevuto più tutele. Ha ricevuto numerose minacce, ha dovuto dormire con la polizia sotto casa, non ha più arbitrato l’Inter”.
“Nel mio libro parlo di Sampdoria-Napoli, la partita che sospesi per i cori discriminatori. Da lì è finita la mia carriera in Serie A, ma almeno su questo argomento la tendenza arbitrale è cambiata. Qui in Inghilterra ho ricominciato ad arbitrare per hobby, mi sono innamorato nuovamente di questo lavoro. Qui il razzismo è una parola pesante, soprattutto nello sport”.
Articolo modificato 18 Mag 2020 - 22:00