ESCLUSIVA – La rivincita di Umberto, Pino Bozza: “Il mio gesto a nome di Napoli e di tutti i genitori. Non abbandoniamo la loro famiglia!”

UMBERTO BULLISMO NAPOLI – Negli ultimi giorni un ragazzo napoletano di nome Umberto è stato vittima di un aggressione da parte di diversi ragazzini. Il bambino è rimasto scioccato dall’accaduto e i calciatori del Napoli hanno provato ad offrirgli una piccola rivincita. Dries Mertens, grazia all’aiuto del prefetto di Napoli, è riuscito ad invitarlo a casa per una sorpresa e a donargli una maglietta. Lorenzo Insigne, invece, grazie alla collaborazione dell’imprenditore Pino Bozza, gli ha dedicato un video-messaggio e lo ha invitato a Castel Volturno, appena l’emergenza Coronavirus sarà passata, oltre a recapitargli una sua maglietta proprio tramite Pino. Noi di SpazioNapoli abbiamo intervistato proprio il fautore del bel gesto di Insigne. Ecco quanto ci ha raccontato:

UMBERTO BULLISMO NAPOLI, IL GESTO DI PINO BOZZA

“Io ho un bambino che ha la stessa età di Umberto. Inoltre frequento quella zona e mi sono sentito in dovere in nome di tutti i genitori di Napoli e d’Italia di offrire una piccola rivincita ad Umberto. Abbiamo dimostrato al nostro paese che qui abbiamo un cuore grande, così come la città ha fatto durante la quarantena.

Umberto bullismo Napoli

Ieri Umberto è stato dolcissimo. Si vedeva nei suoi occhi quell’ingenuità che un bambino ha alla sua età e mi ha fatto tanta tenerezza. Lui è scioccato, non voleva scendere di casa, nemmeno per andare a casa di Mertens. Per fortuna il prefetto di Napoli si è impegnato affinché andasse dal belga. Non sorride nelle foto e non è un caso, nonostante i saluti di Mertens e Insigne, gli abbracci e l’affetto che ha ricevuto sul lungomare. Gli mando un altro messaggio e gli dico che non è solo: con lui c’è tutta Napoli, così come coi suoi genitori.

Il mio pensiero va soprattutto a loro. Sentirsi impotenti di fronte ad un atto del genere è la cosa più brutta. Perciò dico ai genitori di Umberto che gli siamo vicini e tutta la città non li abbandona. Tutti i papà e le mamme avrebbero voluto fare quello che ho fatto io. Avendo la possibilità l’ho fatto a nome di tutti i genitori, Umberto meritava una gesto del genere. È stato bellissimo vedere l’affetto dei napoletani che gli hanno riservato per la città.

I ragazzi che hanno fatto tutto ciò andrebbero comunque perdonati. Hanno un età particolare ed è giusto che capiscano l’errore che hanno fatto. Dobbiamo essere uniti anche per loro, ma non con la violenza. L’unione fa la forza e a Napoli lo sappiamo molto bene.

Com’è nata questa iniziativa? Ieri mi ha chiamato un mio collega e mi ha chiesto di regalare una maglia al piccolo Umberto. Siccome ho rapporti con la squadra sono riuscito a realizzare questo piccolo sogno per quel ragazzino. Mertens è stato molto caro, però Insigne ha dimostrato proprio di tenere tanto alla sua città, da vero e proprio figlio di Napoli. Il suo video per Umberto è stato bellissimo, così come il gesto di regalargli una maglietta.

Coronavirus? I numeri ci danno ragione. Una città che ha abitanti un po’ “particolari e ribelli”, come li chiamo io, ha dimostrato a tutti di saper unirsi in queste situazione. Abbiamo contenuto questo virus in maniera esemplare, siamo stati attenti alle regole e continueremo ad esserlo. Bisogna dare atto anche a chi ha dovuto governare questa situazione dall’alto. Il nostro cuore è invidiato dal mondo intero e in occasioni del genere dimostriamo di essere unici!

Ripresa? I napoletani hanno voglia di vivere! Ieri ho visto persone mangiare sul lungomare, sui muretti, pur di passare un po’ di tempo con i fidanzati o con gli amici stretti. C’è tanta voglia di tornare alla quotidianità e spero che tutto possa tornare presto come prima.

Tutti i giorni mi sto recando a Castel Volturno per lavoro e ho sentito un’atmosfera molto molto tranquilla. Mertens? È figlio nostro, non penso andrà via, anche se nel calcio può succedere di tutto. Ma lui e Insigne sono i veri leader di questa squadra e spero che resterà ancora con noi. La città lo ama e lui lo sa molto bene”.

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GIUSEPPE ANNARUMMA

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