Emanuela Schioppo – “Il calcio è solo per maschi”. Quante volte l’avete sentita questa frase? Sicuramente tante. Ma chi l’ha detto? Noi diciamo: “Non è vero”. Non è così.
Il calcio è anche per le donne e lo dimostrano i progressi che ha fatto il movimento femminile negli ultimi anni. Anche Napoli lo sa. La squadra azzurra, guidata da Geppino Marino in panchina e Raffaele Carlino in società, ha racimolato vittorie su vittorie, punti su punti e ha la stima delle “grandi”, ma soprattutto si è guadagnata prima la promozione in Serie B l’anno scorso e poi quella in A pochi giorni fa. Anche se quest’ultima, purtroppo per le ragazze partenopee, è arrivata dopo un Consiglio Federale. Infatti, prime nel campionato, ma fermate dal Coronavirus, le azzurre non hanno potuto continuare sul campo il loro cammino, ma quello fatto precedentemente è bastato per l’aritmetica promozione.
Ai nostri microfoni è intervenuta il capitano di questa formazione, Emanuela Schioppo, simbolo di questa rosa. Napoletana doc, vive con questa maglia sulla pelle da 12 anni. Ha variato i ruoli, ha cambiato compagne di squadra e mister, ma ha sempre dato il massimo, il cuore e l’anima per la causa.
Emanuela Schioppo: le sensazioni del verdetto
- Ciao Emanuela, come stai e come hai vissuto il verdetto della Figc? Il Napoli in Serie A.
“Sto molto bene. Siamo contente, erano ovviamente due mesi che stavamo lontane dal campo, aspettavamo con ansia questo verdetto. Il nostro piacere era quello di vincere sul campo. Manca ancora l’ufficialità e il comunicato, ma penso sia sicuro: la matematica ci consacra prime”.
- C’è stata un po’ di paura, durante questi mesi di pandemia, che potesse essere tutto annullato e cancellato?
“Beh, si. Le altre notizie che sono arrivate o che abbiamo letto, ovvero dei campionati congelati, non attribuendo promozioni e retrocessioni, ci hanno messo un po’ di paura, ma fortunatamente è andata come speravamo”.
- Che emozione si prova ad andare in Serie A con la squadra della tua città, ma soprattutto da capitano?
“Una bella emozione e soddisfazione, perché comunque, dietro a questi risultati, ci sono tanti sacrifici che noi ragazze facciamo. Il Napoli è già stato in Serie A, ma era una A diversa rispetto ad oggi. Però, c’è sempre l’emozione quando si vince un campionato. L’ho già avuta in passato, ma più passano gli anni e più è bello togliersi qualche piccola soddisfazione. Ripeto, volevamo festeggiare tutte insieme in campo, ma non è stato possibile. L’importante è aver raggiunto il traguardo che anche la società si era prefissata ad inizio stagione”.
Il Napoli femminile al confronto con quello maschile
- Come dicevi tu, otto anni fa era una A diversa, ma anche il calcio femminile lo era. Negli ultimi anni ha avuto un po’ più di risalto, ma comunque non risultate ancora come professioniste e il movimento non viene seguito e “catalogato” come il calcio maschile. Come mai secondo te?
“Eh, bella domanda. Purtroppo è ancora, come detto, dilettantismo. Noi speriamo che in un giro di un paio di anni, o stesso l’anno prossimo, tutto possa diventare professionismo. Sarebbe bello far diventare la nostra passione, il nostro lavoro. Dopo il Mondiale della scorsa estate, sicuramente c’è stato più visibilità, non vorremmo che la pandemia possa portare a dei passi indietro, piuttosto che a dei passi avanti. Il nostro obiettivo, come atleta, è quello di essere tutelate a tutti gli effetti. Speriamo che la Federazione possa fare questo passo importante per tutte noi”.
- Il Napoli femminile ha vissuto anni particolari, questa volta può dire la sua in Serie A, come sta facendo da anni quello maschile. Ci sono delle similitudini?
“Tante squadre della Serie A sono appoggiate dalla squadra maschile, noi no e questo è un punto di forza, perché siamo una società solida, indipendentemente dal maschile. Come la società maschile ha una società valida alle spalle, altrettanto l’abbiamo noi. Abbiamo vissuto degli alti e bassi, come penso sia normale in qualsiasi club, ma l’importante è rialzarsi e prefissarsi degli obiettivi. Noi l’abbiamo fatto: raggiungere la massima serie. Ci siamo riusciti in due anni”.
- E in Serie A l’obiettivo qual’e?
“Prima di tutto bisogna capire che tipo di squadra viene confermata. Sicuramente fare bene, poi ovviamente vediamo cosa succede”.
Emanuela Schioppa, futuro lontano da Napoli?
- Hai passato 12 anni con questa maglia, 200 presenze. Nel calcio attuale le bandiere non esistono più come una volta, ma tu lo sei.
“Penso che ci sono ancora le bandiere. Passano gli anni, ma le calciatrici che danno cuore e anima per la squadra, ci siano ancora. Io sono napoletana e mi sento una bandiera. Non ho mai avuto modo e voglia di cambiare squadra, non so quest’anno cosa succederà. Una cosa è certa, se non resterò non sarà colpa mia, ma sarà una decisione del mister e della società”.
- Sui social, i tuoi ringraziamenti nascondono un velo di tristezza, ma c’è qualcosa che bolle in pentola? Pensi che il tuo futuro non sia a Napoli?
“Ti assicuro che non era una lettera d’addio, ma una riflessione. Da parte mia non ci sono dubbi. Ora spetta alla società dare una riconferma o meno. Ovviamente penso sia lecito avere tutte le motivazioni qualora non ci fosse una riconferma. Penso che io, come tante altre giocatrici che stanno nel Napoli, abbiamo quella marcia in più per fare bene in Serie A”.
- Cosa ti fa pensare che il Napoli non possa riconfermarti?
“Eh, sarebbe una bella botta. Non lo so. Lo devo dire, di Napoli è rimasto solo il nome e i colori. Di napoletane siamo rimaste in poche e se dovessi andare via io, la fascia non la indosserà nessuna napoletana l’anno prossimo, ti lascio immaginare che tipo di squadra si sta costruendo. Se vado via, ci sarà tristezza, ma sono consapevole che chi ci va a perdere sono loro e non io. Con presunzione lo dico: io un’altra squadra la trovo”.
- C’è qualcuno che ti ha contattata in questi mesi?
“Io e il mio procuratore ci stiamo muovendo sotto questo punto di vista. Non ti nascondo che qualche squadra mi ha contattata, ma ho sempre detto loro che la mia priorità è Napoli”.
La nazionale e l’augurio finale
- Alla nazionale ci pensi?
“Ci ho pensato quando ho fatto la Serie A. Ci penso ancora, vista anche l’età matura. Le ragazze del sud non sono molto viste, ma spero che prendano in considerazioni anche noi calciatrici del sud che abbiamo talento. Mai dire mai. La nazionale è sempre l’obiettivo di ognuno di noi”.
- Vuoi dire qualcosa del calcio Napoli in generale?
“Spero che il Napoli possa fare sempre bene, sia maschile che femminile. Ho dato tanto per questa squadra e ovviamente non posso mai remare contro e spero che faccia bene anche nella massima serie”.
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A CURA DI EMANUELE PATACCA
Articolo modificato 14 Giu 2020 - 14:45