MAREK HAMSIK NAPOLI INTERVISTA – Quest’oggi il noto quotidiano Il Mattino ha riportato sulle sue pagine delle dichiarazioni lasciate dall’ex capitano del Napoli, lo slovacco Marek Hamsik, in un’intervista. Il centrocampista, oggi calciatore del Dalian Yifang in Super League cinese, si è congratulato con i suoi ex compagni e con il nuovo mister Rino Gattuso per la vittoria della Coppa Italia, arrivata ai rigori lo scorso 17 giugno contro la Juventus allenata da un altro ex, diametralmente opposto ad Hamsik nella bellezza del ricordo, Maurizio Sarri. Lo slovacco ha anche ricordato la vittoria della stessa coppa nel 2014, con gli avvenimenti tragici della morte del tifoso Ciro Esposito. Di seguito, un estratto dell’intervista:
Esordisce così nell’intervista odierna a Il Mattino l’ex capitano azzurro, oggi al Dalian Yifang in Cina, Marek Hamsik:
«Sono felice per questa Coppa Italia conquistata del Napoli: sono stati troppi cinque anni e mezzo solo a sfiorare successi senza vincere nulla. E sono contento per i tifosi che meritavano questa gioia».
Hamsik, cosa ha provato a vedere la Coppa Italia di nuovo al Napoli?
«È una gioia immensa, per i ragazzi che sono lì e che ne hanno passate tante negli ultimi tempi ma anche per mister Gattuso e per tutta la meravigliosa Napoli perché so bene cosa significa vincere qualcosa lì. Non capita in tutti i posti di vedere feste così per una coppa. Ma per me non è una sorpresa. Ho il solo rimpianto di non averla potuto vedere in diretta perché col fuso orario erano le 3 del mattino ma il mio risveglio è stato dolcissimo».
Da cosa è colpito nel vedere giocare la squadra di Gattuso?
«C’è una compattezza che chi gioca a calcio percepisce all’istante. Non c’è bisogno di parlare con i miei ex compagni, la solidità che si vede sul campo è chiaramente il risultato di voglia di lottare assieme per un obiettivo. Ed è per questo che la Coppa è stata vinta dal Napoli».
«All’inizio hanno avuto dei problemi quando è arrivato Gattuso, hanno faticato a trovare il passo giusto. Ma Lobotka mi ha spiegato il motivo: gli allenamenti erano durissimi e le prime settimane sono state difficilissime per loro ma nessuno si è tirato indietro».
Le sarebbe piaciuto avere un allenatore come Gattuso?
«Sono rimasto molto colpito quando ho incontrato il Milan con lui in panchina, giocarci contro non è semplice. Vedo cose simili, con questo Napoli: vedo che c’è una squadra che lo segue in ogni cosa, che risponde alle sue sollecitazioni, che ha un gioco che è espressione delle idee del suo
tecnico. E poi c’è un aspetto importante: è una persona sincera, dice a tutti le cose come stanno. E sono motivi per cui con lui mi sarei potuto trovare in maniera meravigliosa».
Della finale all’Olimpico del 2014 nella notte in cui poi morì Ciro Esposito, che ricordo ha?
«È stata una serata speciale, difficile sotto ogni punto di vista. Non è stato facile giocare sapendo quello che era successo prima, all’esterno dello stadio. In tutti noi c’era un dolore profondo, perché non si può giocare al calcio in tranquillità sapendo che c’è un tifoso che lotta per la vita. Sono
stati momenti orribili. Resta quella vittoria che è una vittoria anche lui (Ciro Esposito, il tifoso rimasto gravemente nell’agguato prima della gara, e morto giorni dopo, ndr), ma tutto quello che è successo rende quella serata
difficile e indimenticabile».
Articolo modificato 20 Giu 2020 - 11:20