Sono settimane che si sta parlando di uno scambio sull’asse Juventus-Barcellona, ovvero quello tra Arthur e Pjanic. Il brasiliano in bianconero, il bosniaco in blaugrana.
Nulla ancora di ufficiale, nulla ancora di concluso, nonostante le due società sono molto interessate a fare questa operazione. Forse lo sono meno i calciatori, non tanto quello juventino, ma quello dei catalani che non vorrebbe lasciare la Spagna e la squadra di Lionel Messi.
Su questo affare, ma soprattutto sul possibile colpo di entrambe per risanare un po’ il bilancio, questo è quello che interessa maggiormente ai due club, ne parla Tancredi Palmeri, in un suo editoriale su Tuttomercatoweb:
“Molti hanno pensato che il rinvio del fair-play finanziaro fosse una sorta di sanatoria libera tutti, e invece è soltanto una parte del problema nemmeno maggioritaria, perché ci sono termini che se ne sbattono delle tempistiche del calcio, per il semplice fatto che non hanno niente a che fare con il calcio.
Perché hanno a che fare con l’economia, con la Borsa, con quanto ne consegue. Non ci si può sorprendere che sia così, una volta che le società di calcio diventano aziende per far soldi.
E qui si viene alla notizia di questi giorni. Arthur. Chi scrive lo ritiene personalmente uno dei cinque interni più forti al mondo. Se Paratici chiudesse, e se tantomeno ci riuscisse sbolognando Pjanic (questo è, nessuna mancanza di rispetto, ma così stanno le cose), sarebbe uno dei suoi migliori colpi, in una carriera già ricca.
Ma ad oggi Arthur vuole ancora fortemente rimanere a Barcellona. Nonostante i 7 milioni all’anno della Juve che più che raddoppiano il suo stipendio al Barça, nonostante il semi mobbing di Setien che prova a ingraziarsi la dirigenza blaugrana escludendolo, nonostante non sia uno dei più amati dai compagni – ma nemmeno è inviso: un normale rapporto, si può dire. E nonostante la bella vita fuori dal campo fino a dicembre gli abbia creato non pochi problemi, salvo poi a quanto pare tornare sulla retta via.
Ma perché questa pressione delle due squadre? Perché il Barça se ne vuole sbarazzare, avendo lui 23 anni ed essendo già così decisivo? E perché al Barcellona andrebbe bene rimpiazzarlo con Pjanic, che ha ben sette anni in più e non ha sicuramente un migliore rendimento?
E soprattutto: perché quelle valutazioni così strane? Ovvero, Arthur valutato 80 milioni (molto alta, ma forse solo una ventina distante dal suo reale valore) e Pjanic valutato 70 (totalmente fuori dal mondo, ben più del doppio del suo reale valore di mercato).
La realtà dei fatti è presto detta: la Juventus ha bisogno letteralmente di scrivere quei 70 milioni a bilancio, ne ha bisogno per il bilancio del 30 giugno, e per i contraccolpi sugli azionisti in Borsa.
Ma, guarda caso, anche il Barcellona ha giusto giusto bisogno di 80 milioni da scrivere a bilancio entro quella data. Occhio ai dettagli: il Barça non è in Borsa a differenza della Juve, teoricamente avrebbe più mano libera, ma non è esattamente così. Perché una regola dello statuto del club prevede che quando si va oltre una certa perdita economica a bilancio, i soci hanno il diritto di presentare una sorta di mozione di sfiducia nei confronti della dirigenza. Un vero terremoto nel club che si prepara comunque alle prossime elezioni. E indovina indovinello: qual è la cifra di cui la dirigenza del Barcellona ha bisogno per evitare quella mozione? Esatto, proprio 80 milioni (virtuali pure vanno bene)… Per questo la pressione tout court che Juve e Barça stanno facendo su Arthur, anche grazie al supporto dei media, è senza quartiere. Lui vuole vincere in Catalogna. Vedremo se saprà resistere altri sette giorni…”.
Articolo modificato 24 Giu 2020 - 11:39