KOULIBALY NAPOLI – Oggi, sulle pagine del noto quotidiano La Gazzetta dello Sport, il granitico Kalidou Koulibaly ha lasciato un’intervista completa, dove si è dibattuto di svariati temi. Nell’estratto che segue, il difensore azzurro ci ha tenuto a precisare ancora il suo amore verso la maglia del Napoli e ha concluso aprendo le porte alla permanenza piuttosto che all’addio. Da tempo si legge del senegalese accostato ai migliori club d’Europa e sul piede di partenza, mentre K2 ha tutt’altro per la testa e lo confessa.
Ecco un estratto dell’intervista selezionato dalla nostra redazione:
KOULIBALY NAPOLI: “IN AZZURRO A VITA? NON DIREI DI NO!”
Kalidou Koulibaly ha anche parlato a telefono con l’obiettivo di mercato azzurro Victor Osimhen! Per leggere le sue parole, CLICCA SU QUESTO LINK
Che cosa rappresenta per lei e la sua famiglia Napoli? Ormai vive in questa città da sei anni, i suoi due figli sono nati qui.
«La mia famiglia sta molto bene a Napoli e questo mi rende felice. Se sono qui da sei anni è solo grazie a loro, perché se non si fossero trovati bene, già sarei andato via. I miei figli parlano l’italiano così come il francese. In casa parliamo entrambe le lingue. Qui si vive tranquilli, sento dire che andrò via, ma io qui sto bene, non capisco perché si debba parlare di mercato quando non c’è niente all’orizzonte. Ogni giorno ce n’è una nuova».
Un momento, quello dello scorso autunno, che è costato la panchina a Ancelotti (ammutinamento, ndr): dispiaciuto?
«Certo, ma l’arrivo di Gattuso ha portato una ventata di ottimismo, ha dato fiducia a tutti noi. Mi è dispiaciuto essermi fatto male proprio nel giorno del suo esordio in panchina. Con il nuovo allenatore, prima del lockdown, sono riuscito a giocare pochi minuti col Parma e la gara contro il Lecce, dove mi sono nuovamente infortunato. Si, ho dato poco, ma ora conto di recuperare il tempo perduto. Il lavoro fatto all’interno dello spogliatoio e quello sul campo, quotidianamente, lo si vede dai risultati che stiamo ottenendo, Coppa Italia compresa».
«Non dobbiamo pensare al passato (sempre sull’ammutinamento, ndr), sono cose successe e non possiamo cambiarle. Abbiamo chiarito tutto, ed è inutile vivere di rimorsi».
Proprio alla Gazzetta, tempo fa, lei disse che il giorno in cui sarebbe andato via da Napoli avrebbe pianto: quelle lacrime le stiamo allontanando?
«Nel calcio non si sa mai cosa succede. Non ho mai parlato con la società per andare via. Se dobbiamo trovare una soluzione la troveremo, ma io non ho mai parlato di mercato. Leggo anch’io sui giornali del mio futuro. Ma io voglio pensare soltanto a giocare, sono al 100 per cento del Napoli e mi dà fastidio essere accostato, ogni giorno, a questo o a quel club europeo. Vedremo cosa deciderà il presidente, se mi proporrà il prolungamento del contratto, cosa che, dunque, mi permetterebbe di concludere qui la carriera. Al momento, ho ancora tre anni di contratto: sono tanti, e non sto pensando a null’altro se non al Napoli».
Se le dicesse: Napoli per sempre?
«Non direi di no. Ma non vorrei illudere nessuno. Si sa come vanno le cose nel calcio. Magari dici che resti a vita e poi vieni ceduto. Allora dico ai tifosi che io darò il 200-300 per cento fino a quando vestirò questa maglietta. Con la gente di Napoli ho un rapporto speciale, un sentimento puro».
Un momento, quello dello scorso autunno, che è costato la panchina a Ancelotti: dispiaciuto?
«Certo, ma l’arrivo di Gattuso ha portato una ventata di ottimismo, ha dato fiducia a tutti noi. Mi è dispiaciuto essermi fatto male proprio nel giorno del suo esordio in panchina. Con il nuovo allenatore, prima del lockdown, sono riuscito a giocare pochi minuti col Parma e la gara contro il Lecce, dove mi sono nuovamente infortunato. Si, ho dato poco, ma ora conto di recuperare il tempo perduto. Il lavoro fatto all’interno dello spogliatoio e quello sul campo, quotidianamente, lo si vede dai risultati che stiamo ottenendo, Coppa Italia compresa».
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