Nel suo editoriale sulle colonne di Repubblica, Antonio Corbo scrive di Bologna-Napoli evidenziando i limiti degli azzurri ed i meriti del felsinei. Di seguito, quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Il Napoli che fa sognare non entra più in campo, incanta da fuori. Racconta un futuro fantastico. Fa sperare in una impresa a Barcellona fra tre settimane, dove dovrà ribaltare in vittoria un ingrato 1-1 interno”.
“Di pareggio in pareggio il Napoli che appare sul campo è una squadra che si trascina, che a volte irrita per il disimpegno di alcuni giocatori”.
“Se è vero che Milik si è già promesso ad altri club, che rifiuta le offerte del Presidente, che forse fila in segreto con Juve e Milan e qualche società di Premier, non si capisce se davvero a Torino, a Milano o in Inghilterra stiano aspettando un attaccante che non fa più nulla per nascondere la noia che precede il suo addio”.
“Il primo tempo vede il Napoli protagonista, annoiato e presuntuoso, ma protagonista con il gol precoce di Manolas, con un discreto ma comunque superiore possesso palla, con la vivacità di Politano”.
“Gattuso cambia gli esterni offesivi del 4-3-3, piazzando al centro lo statuario ed esangue Milik, a sinistra Lozano effervescente ma senza mai essere decisivo sotto rete, quindi Politano finora molto discusso, ieri in evidenza per movimenti convergenti al centro e buona volontà”.
“Uscito Politano sulla fascia sinistra il Bologna sostiene la controffensiva, alla veemente ricerca di un pareggio meritato, legittimato anche da due gol annullati per millimetrici fuorigioco (Mbaye e Palacio) e proprio nel finale dal palo colpito con una bastonata di Danilo”.
“Sia il Napoli che Gattuso si accorgono che il Bologna non è la squadra remissiva che sembrava, entra tutto il terzetto d’attacco titolare che non ferma però la pressione del Bologna né lo strapotere di un micidiale Barrow, che trova sempre un varco per infilarsi, quindi il pari che sgonfia una squadra carica di vanità”.
“La classifica è severa: il Napoli divide a 53 punti il sesto posto con la Roma, ben salda al quinto con i suoi 57. È il momento di Ringhio, se vuol credere ancora in una impresa a Barcellona”.