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ESCLUSIVA – Giocava nel Napoli, ora allena il Castel Di Sangro. Cristiano: “Emozionati per l’amichevole, pronti a calarci nella realtà napoletana”

Quest’oggi, in esclusiva qui su Spazio Napoli, abbiamo avuto il piacere di intervistare Domenico Cristiano, ex calciatore del Napoli e dello storico Castel di Sangro che ha giocato in Serie B a cavallo degli anni ’90, oggi allenatore della squadra abruzzese. Con Domenico Cristiano abbiamo parlato di vari temi: di passato e presente del Napoli e del Castel di Sangro, del calciomercato azzurro e dell’imminente ritiro estivo che i partenopoi trascorreranno nella cittadina abruzzese tra la fine di agosto e gli inizi di settembre.

Queste le parole di Domenico Cristiano ai nostri microfoni:

DOMENICO CRISTIANO, L’INTERVISTA COMPLETA

Hai giocato e, da un anno, alleni il Castel di Sangro: come si vive in questo paese? Descrivici questa realtà. Questo paese è un’oasi: ci troviamo a 800 metri di altezza, in un paese che vive di turismo. L’intento di questo paese è ovviamente quello di riuscire a far stare nel migliore dei modi i nostri turisti e i nostri clienti. Abbiamo ristoranti, hotel, attività sportive immerse nel verde e di qualsiasi genere. Circondati la laghi e montagne. Lo stesso Aurelio De Laurentiis, quando è venuto qui, è rimasto esaltato dalle strutture sportive a nostra disposizione. Ogni due metri ci sono campetti sportivi, palazzetti, ecc… Siamo pronti a calarci nella realtà napoletana: sappiamo cosa ci aspetta, siccome abbiamo molti turisti campani durante l’anno“.

Descrivici anche la realtà calcistica di Castel di Sangro: da giovanissimo hai giocato per questa squadra, durante il suo storico passaggio in Serie B, dal 1996 al 1998 (l’allora presidente era Gabriele Gravina). Il ricordo più vivo di quell’esperienza? Un ambiente dove è possibile pensare solo al calcio, e all’epoca – da giovane – per me fu l’ideale trovarlo. Mi sono trovato davvero bene qui, portammo a casa una salvezza storica. Quando parlo di Castel di Sangro, poi, molti bei ricordi sono legati a quel miracolo sportivo. Ci salvammo in casa nel derby col Pescara“.

Il Napoli verrà a Castel di Sangro fra qualche settimana: giocherete un’amichevole con gli azzurri? Penso di sì, ne parlano tutti. Ne parlano anche i miei ragazzi. Credo sia tutto confermato per una sfida col Napoli. Tutti i miei ragazzi sono emozionati di poter giocare un match contro il Napoli“.

Domenico Cristiano (oggi 44), qui con la maglia dell’Ascoli faccia a faccia con Alessandro Del Piero

Hai giocato nel Napoli in Serie B dal 2001 al 2003, conservi bei ricordi di quell’esperienza? C’è qualcosa che ti ritorna in mente con piacere pensando a Napoli? Purtroppo ho avuto un problema fisico che mi ha bloccato per molto, un’ernia inguinale che hanno scambiato per mesi per una pubalgia: senza quel problema avrei potuto godermela di più. Napoli per me è stata una scuola. Ero sempre lì lì tra l’essere carne o pesce, tra il diventare un vero giocatore o meno. Indossare la maglia del Napoli è pesante, serve tanta personalità e qualità. Mi è servito un apprendistato del genere per ritrovarmi pronto per la Serie A, dove ho giocato con la maglia dell’Ascoli. Se non avessi fatto l’esperienza napoletana, con quel tipo di società e di tifoseria, sarebbe stato tutto più difficile nella mia carriera. Ad oggi, guardi le partite del Napoli? Ovviamente! Tra l’altro ho tantissimi parenti napoletani: i miei genitori sono campani, di Frattamaggiore. Aver giocato anche per il Napoli ha riempito d’orgoglio tutti i miei parenti“.

Senza vincere la Champions, il Napoli non rigiocherà la competizione l’anno prossimo: secondo te, cosa è andato storto quest’anno? Difficile dirlo: il Napoli era partito anche bene, in questi ultimi anni è sempre stata l’anti-Juve. Diventa complicato capirlo: forse la ragione sì può trovare nei numeri, non c’è un capocannoniere. I due attaccanti non hanno segnato molto. Poi gli scarsi risultati avranno inciso sull’aspetto mentale di questa squadra. Gli scorsi anni c’era sicurezza nei propri mezzi, la stessa che forse in questa stagione è mancata. È stato giusto un anno particolare a livello mentale, perché oggettivamente parlando il Napoli rimane fortissimo.

Magari, può essere Victor Osimhen il futuro cannoniere del Napoli? Ottima operazione, tutte le squadre dovrebbero puntare sui giovani. Non so dire se sarà un grande bomber perché rimane un’incognita, ma è un ragazzo di qualità e prospettiva. Bisogna vedere come si ambienterà nel campionato italiano, basti pensare che alcuni grandi come Eriksen o anche Lozano (che ha delle qualità clamorose), hanno fatto fatica ad oggi in Serie A. Bisogna vedere come si adatterà al nostro calcio. Dando un’opinione personale, però, avrei preso un centravanti più affermato (uno alla Romelu Lukaku per intenderci) e magari un’esterno giovane e rapido come appunto Jeremie Boga, che già interessa agli azzurri. Anche se, guardando in prospettiva, Osimhen rimane un colpaccio“.

Con due acquisti come Boga e un grande attaccante già pronto, Koulibaly che è il difensore più forte al mondo, con uno come Manolas affianco poi, si potrebbe davvero puntare al massimo degli obiettivi possibili. Osimhen rimane ancora un punto interrogativo, ma rimane un grandissimo prospetto“.

Cosa ne pensi del Napoli di Gattuso: dove può arrivare la prossima stagione? Così come lo vedevi da giocatore così è da allenatore. Poche chiacchiere, ha dato agli azzurri una quadratura solida. Gattuso è stato l’allenatore giusto al momento giusto. Poi con una rosa forte come quella del Napoli… C’era poca collaborazione in campo prima di lui. Ora la fase offensiva collabora con quella difensiva, tutti si sacrificano di più, sembra una squadra più solida e competitiva. Tanto di cappello, poi, per aver vinto la Coppa Italia“.

Tu giocavi da centrocampista, un mediano come Gattuso, e Ringhio quando è arrivato ha rivoluzionato la mediana azzurra con due colpi: che ne pensi di Demme e Lobotka? Quest’anno a centrocampo è mancato il solito Allan: tanto richiesto da altri club, spento rispetto agli altri anni. Lui è mancato un po’ quest’anno e aver trovato un calciatore come Demme, che sembrava sconosciuto e che, invece, si è dimostrato un giocatore equilibrato e di personalità, è stato fondamentale. Un ottimo acquisto, che è riuscito a sostituire Allan sottotono quest’anno, come mediano. Parlo di Demme perché in questo senso ha qualcosina in più di Lobotka. Cosa è successo al solito Allan? Ci sono dei giocatori che hanno bisogno di stimoli, di obiettivi. Magari, essendosi rovinato qualcosina con De Laurentiis durante la stagione… Ad ogni modo, Gattuso ha rimediato alla grande con l’acquisto di Demme“.

Auguri per la promozione in Eccellenza (seppur d’ufficio per via del Covid), dove giocherete l’anno prossimo: quali sono le ambizioni del Castel di Sangro? I tifosi azzurri simpatizzeranno per voi… Questa realtà calcistica è particolare. I miei son tutti ragazzi del paese e del territorio: non prendono alcun rimborso, giocano per amore di questa maglia. Sono loro che mandano avanti la baracca. La nostra società vive di sponsor locali o sovvenzioni dei tifosi stessi. È complicato avere grandi ambizioni in certe condizioni economiche. Infine manca, anche, un settore giovanile che permetta un ricambio generazionale, ma questo pressoché ovunque“.

Un appello ai tifosi del Napoli che arriveranno a Castel di Sangro. Troverete un paese accogliente, saremo felici di accogliervi tutti! Noi siamo a un’ora e quarto da Napoli, tanti napoletani vengono qui tutto l’anno. Troveranno un paese che li accoglierà a braccia aperte!“.

Articolo modificato 27 Lug 2020 - 10:25

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Scritto da
Lorenzo Gentile