C’è ancora Koulibaly, il centrocampo è completo e l’attacco cresciuto. Ma Ghoulam-Milik-Llorente sono tre casi: il bilancio del mercato

È il 5 ottobre, il calciomercato s’è concluso circa un’ora fa e Kalidou Koulibaly è ancora lì, indossa la maglia del Napoli come ormai da sei anni. A bocce ferme, quando il gong del mercato non era ancora suonato, nessuno avrebbe potuto prevederlo. E forse un grazie – molto sarcastico – va detto anche a questa sessione di trasferimenti un po’ inusuale. Di certo raffazzonata, da mercato delle pulci, per certi versi. Non il colpo, non le caratteristiche, non le specifiche richieste di tecnici imbronciati: si è ragionato per occasioni.

RESTA KOULIBALY, ARRIVA OSIMHEN

L’occasione di vendere Koulibaly non c’è mai stata, perché il Manchester City con il Napoli non parla e perché il PSG s’è defilato. Non giravano i soldi, De Laurentiis di contro ha fatto ciò che ogni imprenditore assennato avrebbe fatto: tenerlo, non contrattare. È rimasto Koulibaly, intanto il Napoli ha preso forma nelle idee di Gattuso.

Dapprima confuse, poi più nitide: un Napoli dal centrocampo multiforme, ma che aveva bisogno di un centravanti. Eccolo, Victor Osimhen: per caratteristiche, quindi tenendosi molto alla larga da giudizi affrettati, scelto con cura. Perché crea profondità e attacca gli spazi, ma sa tenere palla, sgomitare tra i difensori. Servivano quelle caratteristiche per valorizzare anche gli altri elementi di una fase offensiva sterile.

FUNZIONALI E DI LUSSO: BAKAYOKO, PETAGNA E RRAHMANI

E non passi in secondo piano la spesa di 70 milioni per strapparlo al Lille. Il parco attaccanti ha fatto uno step in avanti con Petagna: per essere una terza punta, è un lusso. È un lusso Rrahmani come quarto centrale, al posto di Luperto. Con Maksimovic, Manolas e Koulibaly, è un reparto blindato.

E in mediana? Il vero capolavoro della dirigenza è lì: Tiemoué Bakayoko per fisico, stazza, caratteristiche è quello che mancava. Perché assicura una fisicità che al Napoli non si vedeva dai anni e che neppure Allan garantiva. Perché è di passaggio, in prestito: se fallirà, tornerà al mittente, il Chelsea. Se l’impatto sarà positivo, il Napoli potrà comunque contare sui buoni rapporti con i blues per strappare un accordo permanente. È una questione di rapporti anche il lavoro in uscita: un saluto a Luperto, un altro a Ounas, ancora a Younes. Difficili da piazzare. Eppure.

ANCORA MILIK

Eppure s’è impantanato su alcune fissazioni, alcuni ostacoli difficili da saltare, muri impossibili da abbattere. Giuntoli, De Laurentiis, gli uomini al lavoro anche delle altre società ci hanno provato. Andando a capitolarci contro più e più volte. Niente da fare: Arkadiusz Milik non è andato. Ha preferito restare fino a gennaio o giugno, a guardare gli ex compagni dalla tribuna. Un esule senza maglia, senza bandiera: la Fiorentina gli voleva dare quella viola sul gong, ha rifiutato. Avrà qualche promessa in stand-by per la prossima estate, ma rischia intanto di perdere un altro anno (il terzo di carriera) e il treno per l’Europeo. Potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosche.

In un mercato che si accontenta delle briciole e rivaluta anche gli esuberi rientrati dai prestiti, il Napoli ha fatto bene i compiti. Ha completato, ha rassettato, s’è anche accontentato e ha fatto di necessità virtù.

COSA NON VA: I DUBBI E I CASI GHOULAM-LLORENTE

Ci sono le pecche, forse frutto più di altri ostacoli: l’ingaggio pesante (4 milioni) di Ghoulam unito alle precarie condizioni fisiche è un deterrente per ogni pretendente. Neanche Mendes, il procuratore, è riuscito a portarlo nel suo Wolverhampton. Così, di fatto, il mercato dei terzini è bloccato e la cessione di Hysaj è impossibile: troppo prezioso per la sua duttilità, facili ironie a parte. C’è ancora Llorente, che neanche in Spagna trova sede. L’ultimo assalto dell’Athletic Bilbao è andato a vuoto, lui ha rifiutato tutte le altre pretendenti – ed erano tante. Sicuramente è un malus per il Napoli, forse ha gravato lo stipendio pesante.

Restano ancora alcuni dubbi, da scrivere nella to-do-list: i rinnovi di Maksimovic e Hysaj, entrambi in scadenza il prossimo anno, l’abbondanza tra i pali con l’alternanza Ospina-Meret e il rischio musi lunghi, capire se Politano e Lozano abbiano acquisito lo status per essere i soli incaricati della fascia destra. Ma le domande, alla fine, trovano sempre risposta. Intanto, il giudizio in pagella è un 7.5 che può diventare 8.

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