Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, è intervenuto nella trasmissione Che Tempo che Fa, su Raitre e ha parlato della chiusura dello sport amatoriale, della Serie A, con il 15% di calciatori positivi e della gara non giocata Juventus-Napoli:
“Le scuole calcio possono allenarsi, ma non fare la partita. I ragazzi possono raggiungere i centri sportivi, fare flessioni, correre, allenarsi, ma senza entrare in contatto. I centri sportivi all’aperto sono fruibili, ma all’interno non si potranno praticare sport di contatto. Se i ragazzi vanno lì e fanno attività fisica va bene. Diventa un modo per far sì che i ragazzi non vadano solo nei parchi.
Io ricevo messaggi di rabbia e dolori di persone che sono a casa e hanno guardato con rabbia questi provvedimenti. Abbiamo vissuto una fase del nostro paese dove abbiamo preso provvedimenti che hanno salvato il nostro Paese. Le misure che abbiamo preso durante l’estate o nella seconda ondata, non hanno prodotto gli effetti che ci aspettavamo.
I Paesi che guardiamo dove c’è efficienza massima, sono nella nostra situazione o anche peggio. Noi dobbiamo fare, come Governo, autocritica: sapendo che c’era questa seconda ondata, dovevamo immaginare misure con effetti diversi, anche perché abbiamo un nemico che conosciamo giorno per giorno. Non aprire le discoteche? Quando parlo di errori, parlo anche di questo.
Società dilettantistiche e sport minori rischiano? Io sono un essere umano, prima di essere ministro e sto vivendo con ansia e difficoltà questo momento, senza farlo pesare al Governo. Sono passato per quello che stava uccidendo lo sport in Italia. Questa esperienza insegna che non si può governare per slogan, ma che i problemi sono molto più complessi.
Cassa integrazione? Purtroppo per i collaboratori sportivi non esiste. Io ero contrario alla chiusura di tutto, anche dei cinema e teatri, ma poi abbiamo visto i numeri degli ultimi tempi e allora ho dovuto approvare queste decisioni.
Più rischio nei ristorante che in palestra? Se io posso andare al ristorante 4-6 amici, è più difficile mantenere le distanze a tavola. Mentre, con il nuovo protocollo, in palestra era differente. E i Nas che hanno girato in questi giorni non hanno chiuso nessuna palestra e nessun cinema.
Impianti sciistici? Saranno chiusi gli impianti per i livelli amatoriali, nel mese di novembre che sarà un mese di sacrifici per evitare di far diventare anche dicembre un mese di sacrificio, il quale, oltre al Natale, è uno dei mesi più importanti dell’anno.
Serie A? Non abbiamo valutato la sospensione. 15% di calciatori positivi? La Serie A si è data un protocollo che non è stato rispettato e quindi, non ha funzionato. In altre discipline ci sono state delle vere e proprie bolle, nel calcio ci sono state bolle discutibili. Positivi anche gli sportivi? Questo ci insegna che è un virus che colpisce tutti e che non risparmia nessuno.
Lockdown? A livello nazionale spero di no, ma forse a livello regionale non escludo che potrebbero esserci delle maggiori restrittive. Ronaldo? In questo momento ho altro da pensare, non ci siamo sentiti ecco. Ha violato il protocollo. Juve-Napoli? C’è una sentenza che non discuto, ma che è maturata da una situazione con anomalie”.
Articolo modificato 25 Ott 2020 - 22:31