Mentre i massimi vertici del calcio, come anche quelli delle altre discipline sportive, sono impegnata per trovare le migliori soluzioni per limitare i danni inferti dalla pandemia all’economia dello sport e allo spettacolo, il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, lancia le sue proposte.
Tuttavia, questo non ha fatto dimenticare al grande popolo dei tifosi di calcio una ricorrenza speciale: il compleanno di Diego Armando Maradona. Quando si tratta di dibattiti sui più grandi calciatori di tutti i tempi, l’elenco è spesso ridotto a solo due nomi: la leggenda brasiliana Pelé e quello che chiamavano El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. Se confrontati esclusivamente sulle loro capacità e i risultati, sceglierne uno diventa quasi impossibile. Dopotutto, è per questo che entrambi hanno vinto il premio FIFA Player of the Century.
Diego Armando Maradona è nato il 30 ottobre 1960 ed è cresciuto in condizioni di disagio a Villa Fiorito, vicino a Buenos Aires. A tre anni, “Dieguito” ha ricevuto un pallone come regalo di compleanno da un cugino e da subito è diventato un suo caro compagno di vita.
Il suo talento eccezionale era evidente fin dalla tenera età. Quando aveva otto anni, è arrivato all’Argentinos Juniors per le prove: quando gli allenatori hanno visto cosa poteva fare con la palla, hanno chiesto a Maradona di dare loro la sua carta d’identità; erano così affascinati dal gioco che esprimeva quel bambino che non riuscivano a credere che fosse davvero così giovane (in realtà era sempre stato basso per la sua età). Una volta capito che Maradona non mentiva, gli allenatori hanno deciso di dedicarsi al miglioramento delle sue capacità.
A 15 anni, Maradona ha fatto il suo debutto ufficiale con la prima squadra dell’Argentinos Juniors ed è diventato il giocatore più giovane di sempre in Primera, la serie A argentina. Pochi anni dopo il passaggio al Boca Junior poi al Barcelona per una cifra stratosferica. Nel 1984 l’arrivo al Napoli, L’argentino ha sicuramente fatto colpo nella sua prima stagione in Seria A (il Napoli è arrivato terzo dopo Juventus e Roma), ma molto altro doveva venire. Nel frattempo, le finali dei Mondiali.
Emblematica rimane la partita Argentina-Inghilterra 2-1 del mondiale Messico 1986: prima porta la squadra in vantaggio con un gol di mano passato alla storia come “la mano de Dios” e solo 4 minuti dopo una magia. Ha ricevuto la palla nella metà campo della sua squadra e poi ha superato cinque giocatori inglesi prima di far passare la palla oltre il portiere Shilton. Undici tocchi, 60 metri.
Claudio Santilli ritiene impensabile oggi la convalida di quella rete su fallo di mano così eclatante, alla luce dell’introduzione del VAR per rivedere a rallentatore e da varie inquadrature le immagini con il supporto degli assistenti arbitrali. Da allora molto è cambiato sul versante tecnologico, dall’interfono per la terna arbitrale alle palestre smart che tengono traccia dei progressi, e tanto ancora cambierà con la possibile introduzione di sensori sulla linea di porta.
Il resto è storia moderna, che nessun vero tifoso napoletano può dimenticare. Auguri per i tuoi primi 60 anni, Diego!
Articolo modificato 22 Feb 2024 - 22:50