Nel corso della trasmissione radiofonica Radio Goal a cura di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto l’ex ds del Napoli, Riccardo Bigon. Di seguito, le sue parole, evidenziate dalla nostra redazione:
“Ho visto crescere Insigne nella mia esperienza napoletana, oggi si è affermato ai massimi livelli, calcisticamente, in termini di personalità e di figura all’interno dello spogliatoio. Sono davvero felice di vedere cosa sta raccogliendo: ha lavorato molto ed i risultati che sta raggiungendo sono meritati. Insigne è un esempio che porto spesso ai giovani, ai ragazzi di oggi che iniziano a muovere i primi passi nel professionismo. Lorenzo fu molto maturo, a suo tempo: giocava in Primavera ed ascoltavo fischi provenire dalla tribuna. Insigne era differente, si vedeva, perché già rispondeva con personalità.
Gli proposi di andare in prestito alla Cavese e lui mi fece capire che, pur andando a giocare altrove, era certo che si trattava di una tappa perché sarebbe ritornato in azzurro. Anche a Foggia non batté ciglio, rinnovammo il contratto e lui guardava sempre e solo il futuro, ossia il ritorno a Napoli. Stesso discorso quando andò a giocare a Pescara, è stata la sua grande forza ed anche per questo decidemmo di non mandarlo più in prestito. Aveva dimostrato grandi cose nelle altre squadre. Insigne è la prova di ciò che un giovane deve fare quando esce dal proprio club per “farsi le ossa”: andare, dimostrare sul campo e tornare. E Lorenzo è stato ripagato.
Insigne è il massimo che un dirigente spera di ottenere da un giovane. Il merito ed il contributo su Insigne, per quanto mi riguarda, è molto piccolo. Era già al Napoli quando arrivai, fu scoperto se non ricordo male da Peppe Santoro e mister Mazzarri ne intuì le doti inserendolo in prima squadra. Io non feci altro che aiutarlo nel suo percorso. Insigne trovò compagni forti come Cavani prima e Higuain poi: giocatori di questo livello sono stati un bene per la sua crescita. La concorrenza con quella tipologia di attaccanti diventa agguerrita, ma giocare con calciatori così forti è stato importante per imparare.
Se oggi Insigne è un calciatore di tale importanza è perché ha avuto allenatori e compagni bravi che gli hanno trasferito i segreti. Lorenzo è un calciatore completo per quelle che sono le sue doti. Ha affinato, migliorato e sviluppato quasi al massimo le sue caratteristiche. Poi è chiaro che si può sempre migliorare ma è difficile trovare oggi una caratteristica nella quale Insigne non sia cresciuto tanto dentro quanto fuori dal campo”.
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