Il collega Marino Bartoletti ha voluto regalare il suo ultimo saluto a Diego Armando Maradona. Di seguito, le sue parole nel corso di Radio Goal, a cura della nostra redazione:
“Ho la maglia di Diego fra le mani in questo momento, spero di essere all’altezza di queste domande anche se è difficile essere originali all’alba del 26 novembre. Quando penso a lui penso ad un amico. Un amico che dell’amicizia aveva un culto eccezionale che tutti possono testimoniare. Lui non ha mai avuto sul campo né nemici né avversari. Non m’importa quello che ha fatto Diego nella sua vita, m’importa di ciò che ha fatto nella mia e nella nostra. L’amore che lui ci ha dato lo sta ricevendo con gli interessi”.
“La prima cosa che mi viene in mente di Diego, al di là di ogni beatificazione, è che è nato nella più povera periferia di Buenos Aires che per certi versi assomiglia alle periferie più povere di Napoli. Ha realizzato i sogni di tutti i bambini più poveri. Non ho ancora capito se Diego ha scelto Napoli o Napoli ha scelto Diego. Erano due stelle che dovevano incrociarsi. Mentre altre squadre potevano vincere tranquillamente anche senza altri giocatori, Diego ha fatto vincere due squadre che altrimenti non avrebbero mai vinto”.
“Tutto il male che ha fatto, l’ha tenuto per sé, disseminando solo il bene attorno a lui. Col tempo poi è riuscito a redimersi. Ho appena postato una mia foto con lui durante un’intervista che gli feci. Quando un collega mi diceva sempre “Come fai ad intervistare Maradona?” io rispondevo “Io chiamo a casa sua, lui mi risponde e mi dice di venire sul tardi”. Questo era Diego”.
Articolo modificato 26 Nov 2020 - 13:24