Emir Kusturica, celebre regista che nel 2008 girò l’ormai leggendario “Maradona by Kusturica“, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi de “Il Corriere della Sera” sulla scomparsa del giocatore più grande di tutti i tempi. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Stavo scrivendo un libro su Peter Handke, il premio Nobel, mi ha chiamato un amico giornalista e me l’ha comunicato: istintivamente ho sentito un dolore terribile, perché sapevo che se ne era andato l’ultimo personaggio“.
“Non ricordo nell’ultimo secolo un lutto cosi condiviso, dall’Argentina alla Somalia alla Serbia. E mentre il mondo è diviso dal Coronavirus, arriva quest’uomo, questo Dio caduto e compassionevole che ci riunisce di nuovo e ci fa piangere“.
“Sapeva essere imprendibile, come sul campo: una volta ho volato fino a Buenos Aires e non si è fatto trovare, era sparito. Lui era così. Ma la sua forza era la compassione: aveva un sorriso incredibile, Diego, come quelli di alcuni dei babilonesi, come Gilgamesh. Una giorno sono andato con lui a vedere il Boca ed era una partita minore: urlava, si dimenava, era come un terremoto, riempiva lo spazio intorno a sé“.
“Quale altro calciatore potrei raccontare? Nessun altro, cosa potrei dire di Cristiano Ronaldo? È perfetto, guadagna una montagna di soldi, ma dov’è la personalità? Che storie ci potrebbe raccontare? Nessuna».
Articolo modificato 27 Nov 2020 - 18:40