Carlo Ferrara, il tifoso napoletano che ha posato la maglia azzurra sulla bara di Maradona, durante l’ultimo saluto dei tifosi a Casa Rosada, è intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli:
“Si, ho avuto la fortuna di fare questo gesto, un gesto che tutta Napoli e amanti del calcio avrebbero voluto fare. Sono riuscito a metterla un po’ defilata così da averla in bella vista. Era una maglia regalata dai miei amici del calciotto e che aveva un ricordo affettivo particolare per me.
Perché sono a Buenos Aires? Io vivo qui perché sono un giramondo, sono napoletano ma ho vissuto 8 anni in Cina, 4 in Colombia, 6 mesi a Cuba. Sono un’economista ambientale.
Ho avuto l’accesso laterale: Ho fatto tutta la città in bicicletta andando anche allo stadio ed era un modo per sfogare, piangevo perché per me era il supereroe della nostra infanzia. Un lato di me che non pensavo potesse morire, non si pensava la mortalità di Diego. Follie per il Napoli? Ne ho fatte tantissime, dal Chievo-Napoli da solo perché c’era l’amico dell’amico che giocava nel Chievo, ma ho avuto anche la fortuna che mio padre era tifosissimo e ne ho fatte parecchie di trasferta. Una follia anche fare Pechino-Londra e Londra-Pechino in 24 ore per prendere 4 palloni dal Chelsea.
Buenos Aires come vive questo lutto? È un funerale di stato. È un Paese in lutto e penso che continuerà ancora per un po’. Io quando sono uscito c’era un silenzio surreale, tutti con gli occhi gonfi. Quando sono arrivato fuori allo stadio dell’Argentinos Juniors tutti con occhi gonfi e incredulità. Quando sono arrivato al Bombonera già facevano i primi cori, ma il primo impatto è stato surreale.
Ho vissuto l’epopea di Diego allo stadio, tra Distinti e Curva. Era una festa, era sempre Carnevale quando giocava Maradona. Tutta Napoli riconoscente? Ci doveva essere. Io capisco la famiglia che voleva che arrivassero solo persone di famiglia, forse aspettavano Diego Jr dall’Italia, ma è chiaro che era un vuoto e seppur a lato, ha avuto una bella visibilità ed è giusto così. Noi napoletani siamo stati fortunati, abbiamo vissuto Diego così a lungo. Gli argentini mi fermano e mi dicono ‘Tu hai vissuto Maradona più di noi’. Loro lo hanno vissuto solo 2-3 anni al Boca”.
Articolo modificato 2 Dic 2020 - 15:03