Inter-Napoli è stata una partita più che scontata. In campo sono scese due delle squadre di Serie A pronte alla conquista del primo posto in classifica. Da una parte i nerazzurri con qualche infortunio di troppo (Arturo Vidal e Alexis Sanchez su tutti), e il Napoli dall’altra.
Ma è il capitano azzurro, Lorenzo Insigne, il caso della partita. L’arbitro Massa, con pochi interventi ma decisi, ha condizionato l’intero match: ha espulso il giocatore napoletano perché reo di averlo “mandato a ca**re” dopo avergli fischiato un rigore contro. Insigne si è difeso negando di aver pronunciato quella frase, ma l’espulsione è diretta. È vero che l’arbitro è stato impulsivo nella sua decisione, ma, da capitano, Insigne avrebbe potuto evitare un atteggiamento del genere, ha commesso una leggerezza e lo sappiamo tutti. Ha messo la squadra in condizione di perdere un suo pezzo pregiato nel momento clou della partita. Il Napoli avrebbe potuto pareggiarla. In partite così importanti basta un nonnulla per aizzare gli animi, soprattutto quelli della terna arbitrale quando non riesce a gestire per filo e per segno l’andamento del gioco.
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi: Lorenzo Insigne, con questi atteggiamenti certe volte eccessivi, è pronto a essere il Capitano azzurro?
Negli 8 anni al Napoli, l’attaccante di Fratta ha subìto forti pressioni solo per essere partenopeo. Ma ha dimostrato di saper essere un vero e proprio leader, sia fuori, sia dentro il campo. In lui c’è orgoglio e senso di appartenenza, la maglia azzurra gli calza addosso come se fosse la sua seconda pelle, e lo stesso vale con la fascia da capitano, che indossa dal febbraio 2019. Lorenzo Insigne non è più un ragazzino, quello che risponde male ai tifosi e litiga in campo, Lorenzo Insigne è l’uomo che prende le redini della propria squadra in mano nei momenti di difficoltà, mettendoci la faccia e accollandosi anche le responsabilità del caso. Quando il Napoli molla è lui che prende il pallone e lo butta dentro, è lui che suona la carica ai propri compagni di squadra. È lui che, quando bacia la maglia, lo fa per amore, come una promessa eterna: onorarla e rispettarla fino alla fine.
Un’ennesima dimostrazione di maturità l’ha data in Nazionale: anche lì indossa la fascia di capitano, quella che è stata sul braccio di grandi come Paolo Maldini e Dino Zoff. Lorenzo è il simbolo di una Italia nuova, il Caronte di anime che, dopo la sconfitta con la Svezia, sono giunte in paradiso.
In passato avrà anche deluso qualche aspettativa, messo il muso e risposto male. Ma siamo umani, e tutti commettiamo degli errori. Un capitano è colui che impara dai propri sbagli e li trasforma in forza.
Insigne merita la fascia, così come merita l’affetto dei tifosi.
Articolo modificato 17 Dic 2020 - 15:11