Marco Bellinnazzo de “Il Sole 24ore” ha parlato ai microfoni di “Tuttomercatoweb” delle conseguenze economiche del Coronavisrus sul calcio italiano. Ecco quanto evidenziato:
Bellinazzo, il 2020 è stato un annus horribilis per l’economia anche del calcio. “Il tema è molto complesso perché si sbaglia a pensare che tutti i problemi economici della Serie A dipendano dall’emergenza sanitaria. Veniamo da anni di squilibri economici coperti in vario modo ma non con interventi strutturali. Non si può negare però che la pandemia con tutto ciò che ne consegue ha acuito questa difficoltà e sta drenando risorse importanti. I danni a fine anno potrebbero essere superiori al mezzo miliardo di euro e le società devono trovare un modo per far fronte ad un’emergenza che proseguirà anche nel prossimo anno”.
In più ora si è aggiunta anche la questione del Decreto Crescita. Può spiegare in cosa consiste la questione? “Il Decreto Crescita ha introdotto nella primavera del 2019 una facilitazione per ingaggiare calciatori che nei due anni precedenti non erano stati in Italia. E che restando fiscalmente in Italia per almeno un biennio permettevano alle società di risparmiare il 50% in tasse. Questo beneficio si dovrebbe tradurre in un beneficio per i club che possono così investire su ingaggi più alti contando su quel risparmio. Rendendo la Serie A un campionato più competitivo, un po’ come nella Spagna dei tempi di Beckham. Il problema è che per rendere operativa la norma bisogna emanare un decreto attuativo, cosa che non è stata fatta in un anno e mezzo dal Governo. Ieri l’agenzia delle entrate con una circolare ha stabilito che finché non verrà emanato, il beneficio non avrà effetto per gli sportivi professionisti”.
Com’è possibile che il Governo non emani il decreto? “Di fatto l’agenzia delle entrate ha sospeso la sua operatività fino al decreto del Governo, ma non è così semplice da emanare adesso però perché agevolerebbe una classe alta della società, cosa mal vista dalla popolazione in questo momento. Nel caso ciò non avvenisse dunque, le società si troverebbero in grossa difficoltà: hanno pagato metà delle imposte delle ritenute che dovevano versare all’erario e l’erario potrebbe chiedere indietro questi soldi. Ma anche a gennaio, società che magari avevano messo a budget delle operazioni ad un certo costo, adesso non potranno più farlo. Il che crea una situazione di incertezza che non agevola società che sono già in difficoltà per la pandemia”.
Articolo modificato 29 Dic 2020 - 22:10