L’ex vice allenatore di Maurizio Sarri ai tempi di Empoli e alla Juventus, Giovanni Martusciello, è intervenuto nel corso di ‘Radio Goal’ in onda su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto riportato:
“Giocando ogni tre giorni e aggiungendo quello che è successo in passato per la preparazione atletica, questi fattori hanno un po’ rallentato la corsa al titolo. Ma al di là di tutto questa macchina ancora si deve fermare e ci tiene compagnia. Zielinski? Piotr non sorprende più perché è un calciatore che riesce a trasformare una cosa difficile in facile. In Cagliari-Napoli il secondo gol è stato ancora più bello del primo perché era come una magia, ma anche l’assist contro il Torino ha fatto la sua figura. Vederlo giocare è bellissimo, io l’ho conosciuto so che ragazzo è ed gli auguro il meglio, lui è un ragazzo straordinario. Non sono d’accordo con chi sostiene che Zielinski non abbia continuità. Al di là dell’ultimo mese, che come tutti sappiamo è stato positivo al Covid e non è stato di certo facile, il Campionato è lungo e difficile ma sfido chiunque ad avere la sua continuità. Infine, le cose belle che riesce a fare non dipendono solo da lui”.
“Hysaj e Mario Rui? Sento molte critiche su di lui ma il segno che stiano a Napoli da tanto tempo significa che fanno bene e sono ottimi calciatori. Poi giocare a Napoli non è facile, non è come giocare a Empoli“.
“Continuità da parte delle squadre europee? Tutte le squadre fanno fatica, anche le grandi di Europa, non è un Campionato semplice è anomalo, il peso della pandemia non lo sentiamo solo noi ma anche i ragazzi in campo. Alle volte le partite sembrano essere infinite in questo periodo di pandemia”.
“La prossima squadra di Sarri sarà più adatta a lui? Questo non lo so, questa pandemia ha rallentato gli investimenti, per le società scegliere un allenatore adatto alle caratteristiche della squadra è difficile, ma questo fa si che cambi il nostro modo di fare e ciò ci porta a correre qualche rischio in più. A Napoli ammiro quello che sta facendo e ancor di più Gattuso per quello che dà alla squadra”.
Infine, conclude: “Milik? Anche la Juve era su di lui ma non era un obbiettivo ben preciso, era un calciatore forte su cui la Juve si aggirava come fa di solito con quei tre quattro campioni che osserva”.