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Andrea Dossena, ex calciatore del Napoli, nel corso della trasmissione “Il Sogno Nel Cuore” in onda su Radio 1 Station, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni riguardo la squadra, con uno sguardo teso al passato. Di seguito quanto evidenziato:

“Col mio Napoli ci divertivamo tanto in campo. 11 anni fa esordivo con la maglia azzurra? Nei miei pensieri sembra ieri, li rivivo tutti nella voglia di tornare in Italia. Quando arrivai sapevo di non essere in forma e che dovevo lavorare sodo. Entravo in un progetto importante, perciò ho lasciato Liverpool  e ho vinto la mia scommessa. La squadra si divertiva e faceva divertire. La vittoria della Coppa Italia ci ha reso felici, era l’unica cosa che potevamo fare e siamo stati orgogliosi di portare gioia in città. Mi porto con gelosia questi ricordi nel cuore“.

Questione terzini? Non è facile prendere terzini forti, non ce ne sono molti, soprattutto ora che si costruisce dal basso e vengono sempre molto impegnati. Non si può sfogliare la margherita e decidere chi prendere. I terzini migliori in Italia sono Robin GosensLeonardo Spinazzola e Theo Hernandez. Il terzino, oggi è una merce rara”.

Rrahmani? Lo capisco in pieno perché non arriva da un grande club. Giocava semplice ed ora è in un club che va a velocità supersonica, deve prendere ritmo partita perché è stato utilizzato poco. Per il ragazzo c’è solo una strada: lavorare il doppio degli altri per farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa. Più che dare la colpa a Meret o Rrahmani sul gol dell’Udinese, c’è bisogno di allenarsi. È normale che qualsiasi giocatore quando entra in un nuovo contesto non cominci subito forte. A mio parere serve un mese minimo di allenamento e cominciare a valutare dalla terza partita di fila in poi. Lo schiererei titolare contro l’Empoli“.

“Questo Napoli può arrivare tranquillamente tra le prime tre. Sono arrivate delle sconfitte come contro Inter e Spezia dove la prestazione è stata ottima. Come ha detto Gattuso, c’è bisogno che i calciatori siano sempre concentrati. Per stare là davanti serve ribattere colpo su colpo vincendo ogni domenica”.

“I 10 anni nel mondo del calcio valgono 30 nella vita normale. Il calcio è totalmente diverso rispetto a prima, la dimostrazione sta nel fatto che è cambiato in maniera radicale il modo di giocare. Noi abbiamo messo i primi mattoncini per formare un grande club e adesso il Napoli può comprare giocatori da 80 milioni. Nello spogliatoio eravamo felici, sognavamo di arrivare sopra il Milan il mio primo anno. Per me ci sono tutti i presupposti per fare bene in questa squadra”.

Cosa manca al Napoli? Serve capire il contesto. Nei club inglesi, i presidenti sono molto assenti, per questo gli allenatori fanno i manager. Quello che mi dispiace è che nel club azzurro, nello staff dirigenziale, come ex calciatore c’è solo Gianluca Grava“.

Articolo modificato 12 Gen 2021 - 22:55

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Scritto da
Paolo Porpora