Antonio Corbo, giornalista ed editorialista de La Repubblica, è intervenuto ai microfoni di Radio Marte nel corso della trasmissione ‘Marte Sport Live’. Ecco quanto evidenziato:
“Rigore fallito di Insigne? Ci sono momenti in cui un grande professionista deve prendere una decisione. Se il chirurgo porta il malato in sala operatoria deve farlo uscire in buone condizioni. Il suo intento era quello di fare un gol capolavoro, spiazzando il portiere. In quelle situazioni i grandi rigoristi tirano un po’ alto. Ci sono dei rigori che si chiamano rigori nel punto cieco, lo insegnano i grandi maestri delle scuole di portieri. Esistono posti in cui il rigore è infallibile. In quel rigore c’è la storia di una partita, non puoi pensare di fare un gol capolavoro spiazzando il portiere, c’è stata vanità fanciullesca. Questo non significa che la colpa della sconfitta di ieri debba ricadere solo sulle spalle di Insigne: si può sbagliare, io sono amareggiato per lui. Ora deve farne tesoro”.
Poi, aggiunge: “Zielinski? C’è un male oscuro che sopravvive nel Napoli: la discontinuità. C’è un clima inusuale per questo gli azzurri non sono riusciti a vincere. La Juventus di Allegri e Conte era implacabile, aveva un clima da caserma. A Napoli anche noi giornalisti dovremmo metterci sul banco degli imputati. A ottobre mi chiedono sempre se il Napoli è da Scudetto o no, ci sono esaltazioni assolutamente ingiustificate. La Juventus di Trapattoni non era bella però si aggiudicava gli Scudetti. I bianconeri ieri hanno esaltato tutti i limiti del momento e il Napoli ha giocato in maniera remissiva contro una squadra che era assente in campo. Non ho mai visto una Juve così dimessa”.
Articolo modificato 21 Gen 2021 - 19:04