Chissà se e quando la città di Napoli e tutto il grande mondo degli appassionati di calcio riuscirà a riprendersi dal trauma della scomparsa del compianto Diego Armando Maradona. In questo primo Natale senza di lui non avrebbe mai potuto mancare una dedica speciale a tema, scaturita nell’albero di Natale che i tifosi hanno portato allo stadio. Proprio quell’impianto che ha assunto il suo nome in doveroso ricordo.
Di questi tempi è il caso di ricordare anche ciò che Maradona rappresenta per i bambini, con i suoi prodigi calcistici che continuano a far sognare chiunque li riveda a tutte le età e con le tante dimostrazioni di generosità che lo hanno contraddistinto durante la sua permanenza nel capoluogo partenopeo. Persino il giornalista e scrittore Roberto Saviano sulle pagine de La Repubblica non si è risparmiato nel definirlo una divinità, nonostante a contrapporsi alle sue virtù ci fossero anche molti vizi.
Diego Armando Maradona non è stato certamente un personaggio impeccabile, con la sua alternanza di eccessi e normalità. Un temperamento poco avvezzo alla disciplina ferrea fuori dal terreno di gioco, feste, grande frequentatore del mondo femminile, svariati figli non tutti voluti, il doping e le dipendenze, però anche un cuore grande che non si tirava indietro nell’aiutare soprattutto i bambini. Forse perché lui proprio già da bambino ha cominciato a conoscere la sofferenza e l’ambizione nella povera periferia di Buenos Aires.
È indimenticabile il significato della partita giocata su un fangoso campo di Acerra, per ridare una speranza di ritornare a vedere ad un bambino. Il compagno di squadra Roberto Puzzone chiese aiuto ai compagni per raccogliere il denaro necessario affinché si potesse evitare il destino da non vedente ad un bimbo napoletano e Maradona non ci pensò due volte: infischiandosene della mancata autorizzazione di Ferlaino, l’allora Presidente della Società che doveva assecondare gli obblighi delle assicurazioni e degli sponsor, andò a giocare in quel campo improvvisato.
L’intento fu ampiamente raggiunto e l’altra grande curiosità fu che in quella stessa partita di beneficenza del gennaio 1985 l’arbitro vigile urbano annullò un gol di Maradona, perché fu segnato con la stessa “mano de Dios” del Mondiale ’86. Per l’ex poverello, prodigio d’Argentina, non sono mai mancate le attenzioni verso l’infanzia fino agli ultimi tempi, con la commozione in video in occasione dell’appello per aiutare la ONG Corazones Solidarios.
Al giorno d’oggi il segno più tangibile del ricordo e della fede calcistica è la maglia del proprio beniamino, che i bambini bramano. Simbolo di lealtà e riconoscenza che in verità, è abbastanza recente: nel 1975 cominciò la vendita di magliette delle squadre blasonate ai tifosi. Anche sul fronte barba e capelli gli azzurri dettano le scelte con ragazzi e adulti che seguono Gattuso, Callejon e compagni nello stile del capello e della barba corta.
E già sono partiti i piccoli tifosi che desiderano la chioma alla Maradona, simbolo di un mito che, anche se ne hanno solo sentito elogiare le virtù calcistiche da parte dei padri e dei nonni, sentono uno di loro in tutto e per tutto.
Articolo modificato 22 Feb 2024 - 22:54