Dall’essere condannati esibizionisti per vincere al sacrificarsi per tener testa alla classifica. È assurdo come cambi lo scenario nel corso di una partita, o addirittura di un Campionato, con un Napoli spumeggiante pronto a ridare ai tifosi qualcosa negatogli l’anno precedente, e poi ritrovarsi inondati dalle critiche per la poca efficienza. “Napoli sprecone” così è stato definito per simboleggiare la poca concretezza, per aver creato numerosi azioni offensive e per poi buttarle all’aria distanziandosi dalla zona Champions, condannandosi da solo in “crisi”.
Rimescola le carte, si inchina all’esibizionismo sovrapponendolo al sacrificio che diventa la sua parola d’ordine. C’è consapevolezza del soffrire per la conquista dei tre punti che ora diventano fondamentali per non accantonare il sogno Champions, primo obiettivo fissato per la stagione che poteva aspirare a più in alto prendendo in considerazione le qualità emerse dei partenopei, ma che poi in stato di emergenza si ridimenziona a quel traguardo fissato già in precedenza.
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Qualcosa è cambiato, il bel gioco ormai si allontana ma i tre punti spesso con questa nuovo punto di vista vengono incassati all’ombra del Vesuvio. Come lo è stato ad Udine è successo così anche col Parma, il fiato è sospeso fino al novantesimo col timore che lo scenario possa cambiare portando ulteriore pressione. Quelle paure che ora mai fanno parte del Napoli di Gattuso, che è sempre sull’attenti pronto ad assistere ad una nuova ricaduta. È vulnerabile e i veri guerrieri non possono permetterselo, bisogna battagliare ed essere pronti all’evenienza con un calendario fitto che fa aumentare la probabilità dell’arrivo di qualche sconfitta che per sé non fa paura, ma preoccupano le ripercussioni che avrà sui partenopei.
Il clima è teso e le dichiarazioni di Gattuso dopo la vittoria col Parma ne sono la dimostrazione « Ho rispetto per De Laurentiis, ma c’è delusione » è questo ciò che dice l’allenatore ex Milan, parole che danno la sensazione di un addio, con un’atmosfera da separati in casa e a queste condizioni sarà difficile mantenere la compattezza all’interno dello spogliatoio e non solo. Tre punti che portavano il sereno, ma il vento riporta le nuvole su Napoli con le parole espresse dal tecnico calabrese che ridà insidia e agitazione. Il pericolo è dietro l’angolo, va oltre la tattica e forse è proprio quello l’aspetto più difficile da risolvere.
Mentre le paure ricadono sulla città napoletana, l’unica nota positiva che dà pace è Elmas, un gioiello grezzo incustodito da troppo tempo in panchina che sfidando i ducali trova il suo secondo gol consecutivo in due partite dopo quello con lo Spezia. Brilla di luce propria, prova l’azione personale e porta in vantaggio i suoi dichiarandosi l’uomo decisivo fino all’82° quando Politano mette a segno la sua quarta rete subentrando dalla panchina.
Finalmente il macedone viene fuori affermando il suo processo di maturità da ragazzo di ventun anni, che ha voglia di limare i suoi errori imparando dai più grandi ma che al momento si mette a disposizione di Gattuso nel momento del bisogno, quando la panchina piange alcuni dei suoi big: Mertens, Fabian Ruiz e i rientrato Osimhen non al top della condizione. Elmas fa emergere la sua personalità governando il centrocampo con Demme e il suo gol è il frutto della sua tecnica, insomma un calciatore da tenere sott’occhio che apre i margini di un grande spiraglio. Rappresenta l’unica rassicurazione che in questo periodo il Napoli dà lasciando davanti a sé un futuro ancora ambiguo.
Sara Madonna
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Articolo modificato 1 Feb 2021 - 12:09