Si vince e si perde, si cade e ci si rialza, ma dopo quest’ultimo scivolone il Napoli sembra proprio non volersi riscattare. Sfuma il desiderio di ripetere quell’impresa riuscita l’anno precedente, reduce da un periodo oscuro, svanisce e stavolta abdica la Coppa Italia nel cuore di Bergamo lasciando i festeggiamenti all’Atalanta.
“Ora et labora” è questa l’unica cosa che resta da fare a Gattuso e i suoi con la speranza di far rimanere vivi gli altri due obiettivi: Europa League e qualificazione alla Champions, che di questo passo non sembrano essere realizzabili. Deve pregare (“ora”) affinché la buona sorte li colga restituendogli i suoi uomini fidati in grado di far rinascere la vera identità napoletana. Lavorare (“labora”), per evitare ulteriori errori purché di passi falsi non se ne facciano più.
Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare in caso di vittoria e di sconfitta. Si può parlare di tattica o puntare il dito al presunto colpevole che però sembra essere ignoto. I dilemmi aumentano e a sua volta anche la pressione non è da meno ma bisogna rialzarsi e per far sì che questo accada ora più che mai occorre concentrazione, calma e mentalità quella delle grandi squadre caratterizzate dallo spirito guerriero e dalla voglia di rivolta.
Dal vicolo cieco il Napoli non trova via d’uscita allora qui iniziano le statistiche e i dati emergenti non mettono in pace gli animi:
E mentre le sconfitte aumentano, si precipita sempre più in un burrone dannandosi nel cercare delle spiegazioni che forse non troveranno mai una risposta o che per rassegnazione si arriva a una semplice conclusione: il Napoli non è mai stato costruito per puntare a obiettivi importanti come il fatidico Scudetto, ma bensì per la corsa alla Champions. Rimanendo con l’interrogativo se nonostante tutto riuscirà a centrare il suo scopo.
Sara Madonna
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Articolo modificato 11 Feb 2021 - 15:20