Tutto era in bilico, la tensione aumentava: una sconfitta che avrebbe ufficializzato l’inizio di una seconda crisi per il Napoli mettendo in discussione la posizione di Gattuso. Tante chiacchiere, critiche, condanne che sono cadute su una squadra in difficoltà. Era difficile ma non impossibile e l’impresa si è avverata e come l’anno scorso il Napoli si rialza contro la sua storica rivale Juventus, disputando la sua partita della “rivincita” con spirito di squadra e sacrificio.
A Bergamo sembrava essere andato tutto in fumo: il gruppo era sgretolato e quell’immagine che immortalava Hysaj negare la mano a Rrahmani aveva infranto le speranze di chi ci credeva ancora. Ma si rialza, guarda in faccia il nemico, gioca le sue carte e delle sue difficoltà ne fa un’arma. Fa un esame di coscienza, ammette i suoi punti deboli e con consapevolezza per colmare le sue mancanze si gioca la carta “dell’unione”. Un grande gruppo che sprigiona il suo carattere ma che al tempo stesso non dà i margini di una vera e propria svolta che si potrà concretizzare solo con la tanto attesa continuità.
Si avvicina il novantesimo, a un passo dall’impresa: i crampi si fanno sentire, la paura di sbagliare è tanta, il senso di fatica aumenta e la resistenza viene messa a dura prova. L’arbitro fischia, dà un respiro di sollievo e il Napoli passa il test beffando la sua rivale auspicando a un nuovo inizio del tutto incerto. Un futuro tutto da scrivere che però ora si prende alcune soddisfazioni.
“Rivincita” è questo quello che cercavano gli azzurri: Rrahmani si riscatta dopo Udine, un Lozano carismatico non demorde e difende i suoi colori fino all’ultimo respiro, Meret diventa l’uomo partita serrando la porta e riaprendo al sogno europeo, mentre Insigne si carica delle sue responsabilità e sconfigge quel sortilegio che lo stava devastando. Insieme danno vita a una partener in crime pronti a pugnalare il prossimo. Complici delle loro qualità e ossessionati dallo stesso obbiettivo rincorrendo la vittoria della svolta. Si era all’ultima spiaggia con Gattuso in bilico che però si salva in punta di piedi mettendo a tacere le voci. Primo difensore della squadra, responsabile degli errori e anch’esso complice della vittoria. Mette le sue conoscenze in campo mentre gli azzurri le interpretano. Dopo uno stato di debolezza determinato dalle sconfitte, si capacitano delle dimensione in cui si trovano, si risvegliano dall’incubo e con determinazione colgono l’errore bianconero difendendolo fino alla fine. Passo falso costato caro, determinante per il verdetto finale e non solo. Da penality per la squadra di Pirlo diventa il centesimo gol per Insigne che per questa sera prende il nome di capitan coraggio con una responsabilità non all’altezza di tutti.
Il Napoli sorride per la vittoria, mentre l’abitudine nell’assistere a un gioco spumeggiante si allontana sempre più dando vita alla consapevolezza che a volte giocare bene non garantisce i tre punti e al contempo questo “sacrificio” non sarà eterno. Due punti di vista che cadono in contraddizione sfidandosi a chi ha la meglio. Ma indipendentemente, il trionfo apre uno spiraglio che dà speranza nel match di Europa League sempre, però, rimanendo pronti all’evenienza. Ricaduta che potrebbe mettere di nuovo tutto in discussione.
Sara Madonna
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Articolo modificato 14 Feb 2021 - 14:37