L’ex portiere del Napoli Gennaro Iezzo ha rilasciato una bellissima intervista Q&A ai microfoni di Starcasino.sport. Di seguito i principali passaggi evidenziati dalla nostra redazione:
“Mio padre mi ha fatto innamorare dei colori e della maglia del Napoli. La mia esperienza è partita dalla Serie C, dove già si vedeva che stavamo costruendo qualcosa di importante. Siamo riusciti a risalire in B con un mese di anticipo. Il 10 giugno 2007 nella partita contro il Genoa siamo riusciti a coronare il sogno: tornare in Serie A. Aspettavamo i risultati da altri campi, sono stati momenti unici, non li dimenticherò mai”.
“Mister Reja per me è tra i migliori nella gestione del gruppo. Con lui ho avuto la fortuna di vincere tre campionati, ha la qualità più importante di tutte, quella umana. Tifosi? Si dice spesso che i tifosi sono il dodicesimo uomo in campo, ma a Napoli è realtà. Con loro avevo un feeling particolare, perchè accompagnavano il mio rito scaramantico prepartita con le urla dagli spalti. Il rigore parato a Kakà a San Siro mi resterà in mente per sempre. Spesso i tifosi mi chiedono le mie migliori parate, quella su quel rigore è sicuramente una delle più importanti per me. All’epoca era il Pallone d’Oro in carica ed è stata una soddisfazione enorme”.
“La fascia da capitano? È pesantissima, soprattuto per un napoletano, perchè la gente si aspetta che chi indossa la fascia faccia sempre qualcosa in più. Per me è stato un onore indossarla. Il tridente Hamsik-Lavezzi-Cavani? Tridente di altissimo livello. Marek guardava oltre rispetto a qualsiasi altro giocatore, è stato uno dei centrocampisti più forti della storia del Napoli. Il Pocho all’inizio non mi fece una grande impressione, ma poi mi ha mostrato tutte le qualità che hanno fatto innamorare anche tutta la tifoseria. A volte capitava che ci fosse qualche bambino all’ospedale che voleva una foto con lui e non si è mai tirato indietro. Cavani era un atleta formidabile, sorprendente, non faceva fatica, correva ma non sudava”
“Castellammare? Ogni anno questa terra riesce a portare ad alti livelli tanti ragazzi, come Fabio (Quagliarella ndr). Purtroppo non è riuscito a coronare il sogno di stare tanti anni in maglia azzurra. In testa ho il pallino di fare l’allenatore, stiamo aspettando un’opportunità”