Si ritorna sui vecchi passi, si ripercorre lo stesso incubo dal quale il Napoli non trova più uscita. Si rinchiude in sé stesso in cerca di risposte ed inizia il suo momento di riflessione annunciando l’inizio di un nuovo silenzio stampa.
“I panni sporchi si lavano in casa”: ed è così che fa il Napoli con il suo momento di riflessione per evitare ulteriore umiliazione. Si è giunti ormai all’ultima spiaggia, alla resa dei conti quando ormai è fuori dai giochi con una Supercoppa italiana persa, l’eliminazione dalla Coppa Italia e la sconfitta in Europa League col Granada che complica il passaggio del turno. Ora, invece, si ritrova punito dall’Atalanta con la sesta sconfitta in dodici partite, un dato che mette i partenopei davanti all’evidenza.
Uno scenario anomalo che mette il Napoli davanti due strade
È l’ora di assumersi le proprie responsabilità col Napoli che trova solo due strade: colpa dell’allenatore o percorso segnato da altre circostanze?
Difficile trovare una risposta, come così è difficile la posizione in cui si ritrova il Napoli dalla quale non riesce ad uscirne. Allora sceglie di ricorrere al silenzio richiamando i ricordi bui dell’ammutinamento che lanciano un segnale d’allarme. Ed è proprio quando tutto prende il verso sbagliato, il primo ad essere messo in discussione è l’allenatore, allora Gattuso viene chiamato in causa perseguitato dalla sfortuna che lo ha privato dei sui punti cardini. Uno scenario paradossale che lascia un clima di incertezza che non mette in condizioni di dare risposte. Una situazione altalenante la quale origine è sconosciuta, un castello costruito su mattoni di carta, crollato da un momento all’altro senza lasciare l’opportunità di intervenire per cambiare rotta a una situazione di totale instabilità.
Una nave fantasma che ondeggia nel golfo di Napoli, lontana da tutto per evitare ulteriore pressione, capitanata da Gattuso il quale è sempre più in bilico. Un film dell’orrore da cui non riesce più ad uscire, con un demone che torna a bussare alla porta degli azzurri e rievoca quei brutti ricordi, lasciando sperare solo in un incubo dal quale ci si potrà risvegliare, magari il più presto possibile.
Sara Madonna
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