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Essere ad un passo dalla “remuntada” con un’impresa dal valore di tre punti e poi buttare tutto all’aria con l’ingenuità sovrana. Toccare il cielo con un dito, data la prestazione non perfetta ma grintosa, quando però anche l’ultimo secondo diventa letale. Fischietto tra le labbra e penality per il Sassuolo, il secondo in novanta minuti, mentre Manolas si rammarica consapevole dell’imprudenza commessa d’avanti agli occhi di un’Insigne devastato dalla stanchezza. Una sfida che doveva dare certezze e che invece lascia un po’ di amaro in bocca. Un pari che fa male quanto una sconfitta: ma d’altronde come accettarlo dopo una rimonta di tre gol?

Un “mea culpa” per non ricorrere alla “malasorte”

Tra “malasorte” e “buona sorte”, penality, qualità e nervi ben saldi: insomma c’è tutto in Sassuolo-Napoli. Gara mai banale, ricca di suspence come il match risalente al 25 luglio del 2020 con ben quattro off-side del Sassuolo in casa del Napoli, oppure come quella decisa dall’autogol di Obiang al 94′ nel dicembre 2019. E anche stavolta non si è smentita: sei gol, tre da una parte e tre dall’altra, con un finale acceso che regala frustrazione a Gattuso tradito dalla difesa che getta al vento il lavoro di squadra con i due rigori concessi e l’autogol di Maksimovic.

Futile ricorrere ad alibi o sfortuna visto che gli azzurri sono stati salvati anche in due clamorose azioni con la qualità di Meret tra i pali e la traversa che nega la doppietta a Berardi. Giusto, invece, è fare un “mea culpa”. Gli infortuni ormai non danno tregua e questo è risaputo e data l’emergenza la squadra ha anche avuto modo di prepararsi all’imprevisto. Alcune tra le scelte di Gattuso sono discutibili come Hysaj titolare dal primo minuto dalla sinistra, quando invece a sedere in panchina ci sono due calciatori di ruolo tra cui Ghoulam in ottima condizione.

Tanta grinta ma che spesso non basta per aggiungere al bottino i tre punti e purtroppo questo spesso ha penalizzato il Napoli, non il migliore di questa stagione ma che salvato da azioni clamorose si autocondanna nella sua ingenuità. Chi è il colpevole? Tra autogol e penality ora è inevitabile puntare il dito, dopo aver sprecato in banalità il lavoro di squadra effettuato. Cadendo d’avanti all’imprudenza e da chi in campo si è scannato: come il trascinatore Insigne. ll calciatore più attivo del match, colui che ha portato la sua squadra in vantaggio con il rigore e che poi si è visto sprofondare insieme alla squadra all’ultimo secondo. Un interrotto sali e scendi che non vede strada lunga e di questo ne prendono atto Gattuso e i suoi che continuano ad ondeggiare nel golfo di Napoli al bordo di una nave fantasma in cerca di equilibrio.

Sara Madonna

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Articolo modificato 4 Mar 2021 - 17:14

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Sara Madonna