DE LAURENTIIS SUPERLEGA – In queste settimane non si è fatto altro che parlare di Superlega, la proposta per un campionato europeo a circuito chiuso destinato a 12 società tra le più importanti al mondo. Le polemiche, i dissidi e le conseguenze di un progetto naufragato ancor prima di partire sono storia nota. Eppure in questo tam tam di notizie ha fatto “rumore” il silenzio di Aurelio De Laurentiis. C’è da dire che un accostamento al progetto Superlega era stato fatto anche per i partenopei, prontamente smentito dallo stesso patron azzurro su Twitter.
Che però il presidente del Napoli, da sempre proiettato sul futuro, non fosse minimamente interessato all’idea di un campionato europeo allargato, aveva lasciato più di qualche perplessità. Da fonti raccolte dalla redazione di SpazioNapoli, infatti, risulta che De Laurentiis fosse interessato, eccome, al suo progetto di Superlega. Seppur con un format del tutto differente da quello proposto dalle 12 società fondatrici. Un campionato europeo allargato che, a differenza della proposta di Agnelli, Perez e co. avrebbe previsto la partecipazione al torneo solo previa merito sportivo e non per assegnazione diretta.
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Ma andiamo con ordine. De Laurentiis già in passato aveva sottolineato come la gestione di partite e risorse della UEFA, e del suo presidente Ceferin, fossero alquanto fallaci. Il progetto Champions League va rivisto. Questa è sempre stata l’idea di ADL. Con magari l’accorpamento dei migliori club che partecipano all’Europa League in modo da creare un unico grande campionato in grado di generare introiti e risorse, con partite da giocare dal martedì al giovedì.
Il tutto senza intaccare minimamente le leghe nazionali, considerate sacre dal presidente napoletano. La stessa introduzione della Conference League viene vista come una competizione extra di poco appeal. Per non parlare della Nations League, soprattutto in una stagione falcidiata dal Covid che ha costretto i calciatori ad un sovraccarico di viaggi, anche pericolosi. Insomma, la gestione del presidente Ceferin è tutt’altro che condivisibile e una scossa sembra inevitabile. Peccato che i 12 club di Superlega abbiano agito in maniera frettolosa e pensando fin troppo ai propri tornaconti personali.
Come detto anche De Laurentiis ha sempre pensato al suo modello di Superlega, ma quella del presidente del Napoli assume i contorni di un’idea decisamente sensata e percorribile. Il primo tassello imprenscindibile è la qualificazione attraverso solo e soltanto il merito sportivo. In modo da permettere ad ogni società del mondo di prendere parte a questa grande competizione. Dunque, fatte queste doverose premesse, possiamo entrare nel merito della proposta di De Laurentiis.
Il campionato europeo proposto dal presidente del Napoli avrebbe previsto la partecipazione delle prime 4 squadre qualificate dei primi 5 campionato europei (Spagna, Inghilterra, Italia, Germania, Francia). A queste si sarebbero aggiunte le 14 squadre prime classificate dei restanti principali campionati europei. Un campionato totale con almeno 34 formazioni provenienti da tutta Europa, da scremare in una fase preliminare. Per poi presentarsi ai nastri di partenza con un plotone pronto a sfidarsi a suon di partite a eliminazione diretta con incontri di andata e ritorno.
Certamente una proposta da affinare e da rivisitare. Ma che avrebbe avuto appeal, introiti e soprattutto un senso di sportività ben più lungimirante di quello avuto dai 12 club di Superlega. Un’idea, quella di De Laurentiis, che dimostra come ancora una volta il presidente del Napoli riesca a guardare al futuro con una vision fuori dal comune e che, forse, anche alla UEFA dovrebbero ascoltare con più attenzione. E non è detto che i consigli di ADL non vengano presto ascoltati da Ceferin. Di certo una svolta anche in Champions League è diventata ormai necessaria.
A cura di Pasquale Giacometti
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Articolo modificato 29 Apr 2021 - 19:00