Il portiere della Lazio, Pepe Reina, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Lazio Style Channel nel quale si è raccontato a 360°. Non è mancato un passaggio anche sull’esperienza al Napoli. Ecco quanto evidenziato:
Il calcio è stata la mia passione sin da piccolo. C’era una libertà che oggi non c’è, si usciva di casa e si tornava per cena. Le regole a casa mia si sono sempre rispettate. Mi sono divertito un sacco con i miei fratelli fino al momento in cui mi sono dovuto spostare per il calcio, avevo appena 13 anni. Sono stato sempre un privilegiato, in primis per la famiglia che ho avuto. Voglio fare l’allenatore, la famiglia dovrà portare pazienza ancora un po’, vedremo dove il calcio ci porterà.
L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA
Mio padre? Quando lo guardo, vedo uno specchio. Il mio esempio di vita è stato mio papà. Nel futuro spero di fare lo stesso coi mie bimbi. La sua personalità, la sua generosità, il suo altruismo lo rendono unico. Lui è in Spagna, io da 16 anni vivo fuori. Non vedo l’ora di rivederlo, di passare una bellissima giornata tutti insieme. Se fosse qui in questo momento gli direi grazie, dal profondo del mio cuore, per quello che mi ha insegnato, per quello che mi ha fatto diventare. Mia moglie? È una donna straordinaria (si commuove, ndr)“.
BENITEZ E IL NAPOLI
Benitez è stato il mio papà sportivo, ha creduto nelle mie caratteristiche. Ha visto in un portiere ‘diverso’, un aiuto per la sua filosofia di gioco. Gli sarò sempre grato, mi ha fatto crescere. È stato moderno, pensava al ruolo di portiere in un modo molto diverso rispetto a 15/20 anni fa. Le mie caratteristiche col suo modo di gioca si sono intese benissimo. Siamo stati fortunati entrambi. Ho una profonda stima per il popolo napoletano, gli sarò sempre riconoscente per ciò che hanno dato a me e alla mia famiglia. Sono stati quattro anni meravigliosi“.