Duro affondo contro Fabio Caressa, attaccato sulle pagine del Fatto Quotidiano. A firmare le accuse è Massimo Fini, noto giornalista e saggista. Sul quotidiano, sostiene che il calcio sia stato eccessivamente moralizzato e che ai calciatori non vengano perdonati comportamenti sopra le righe e che le società vorrebbero condizionarne i comportamenti. Si legge:
“Nel bacchettonismo italiano è diventato normale che le società di calcio controllino la vita privata dei giocatori. E anche questa è una violazione, oltre che della privacy, della libertà personale. Se uno gioca male lo mandi in panca, in tribuna, lo escludi dalla rosa. Cosa fa fuori dal campo sono fatti suoi. Idems e gioca bene. Con questa mentalità da preti non ci sarebbe mai stato Maradona”.
E l’accusa a Caressa? Il tutto nasce dalla mancata esultanza di Rrahmani sul goal dell’1-0, comportamento stigmatizzato dal condirettore di Sky Sport. Fini scrive: “Una squadra di calcio compra le qualità tecniche, tattiche, fisiche di un giocatore, non compra, né può, i suoi sentimenti, non compra le sue passioni, non compra la sua anima”.
Fini annovera infine Caressa tra i “viscidi moralisti” del calcio.