Dries Mertens ha parlato in conferenza stampa della sfida tra Belgio e Italia che andrà in scena venerdì alle ore 21:00 a Monaco di Baviera. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“L’Italia gioca un grande calcio. Sono una squadra che ha impressionato tutti in questo torneo. Se sono Italiano? Un po’? Sì. Per i gesti, forse. Non lo so, a me piace divertirmi, sono a Napoli ed è una citta bellissima che mi dà tanta felicità. Hanno una squadra importante. Non tutti se lo aspettavano, sono la Nazionale che ha giocato il miglior calcio nelle prime tre gare. Era bello vederla giocare”.
“Se ho sentito Insigne? No, non ho sentito i ragazzi“. “Ultima occasione per vincere? No, non credo realmente. Dobbiamo essere realisti: abbiamo una chance, e ne hai forse una ogni due anni. Non è facile. L’abbiamo fatto, col nostro grande staff ma non credo sia l’ultima volta. Il futuro del Belgio andrà avanti, è una chance che però dobbiamo sfruttare”.
“Potevo fare meglio in questo Europeo ma il calcio è uno sport di squadra però finché vinci va bene: siamo nel torneo, è un momento adesso dove posso mostrare il mio valore. Di cosa ho bisogno? Di vincere l’Europeo, questo mi renderebbe felice. Posso fare meglio ma è uno sport di squadra. Nell’ultima stagione, ho avuto infortuni e dei problemi, adesso è finita, sono qui. Posso fare meglio, ho fame e sono contento di essere qui all’Europeo”.
“Giocare contro l’Italia è speciale, è bello perché conosco i ragazzi, è bello giocare contro di loro. Però voglio solo vincere, andare avanti in questo torneo. L’Italia come il Napoli di Sarri? Difficile paragonarle. Vedo Jorginho fare tantissimo, giocano un calcio bellissimo, sicuramente lui è al centro del gioco, è un giocatore straordinario, ma questa Italia è veramente un collettivo e non possiamo concentrarci su un solo calciatore”.
“Io con lo stesso impatto di De Bruyne? Lo spero. Darò tutto ma sono comunque pronto. I pericoli di Insigne? Il pericolo è tutta l’Italia. Sanno quello che fanno, non prendono gol, segnano tanto. Tutti hanno visto le loro partite, come giocano. Si riconoscono delle routine di gioco, giocano veramente di squadra”.