È cominciata la presentazione ufficiale di Luciano Spalletti. Il nuovo allenatore del Napoli sta parlando in conferenza stampa presso la sala stampa dell’SSC Napoli Konami Training Center di Castel Volturno. Con lui, il presidente Aurelio De Laurentiis. Seguite gli aggiornamenti in diretta su SpazioNapoli:
“Ho sentito Mertens il giorno dopo l’intervento. Lui avrebbe piacere di passare a salutare tutti. Gli sarà concesso qualche giorno in più, deve fare visite post operatorie”.
“Il Napoli è una squadra forte e voglio vedere fino in fondo quando ne è consapevole. Essere forte se non sai di esserlo non completa quello che deve essere il tuo comportamento. Da quando mi hanno detto che sarei stato l’allenatore del Napoli, io non ho mai tolto gli occhi di dosso a questa squadra. Mi piace questa squadra, mi assomiglia, ma bisogna anche averci a che fare”.
“Sono stato un po’ a casa, ho avuto modo di stare con la famiglia e di riflettere in campagna. Sono molto emozionato, anche perché questo lavoro mi piace. Amo stare nello spogliatoio e nel campo ad allenare i calciatori. Sono stato contento fin dal primo momento che mi hanno detto che sarei venuto qui. Napoli è una citta forte. Completo un po’ il mio tour dell’anima: ho allenato a Roma (la città eterna), a San Pietroburgo (la città degli zar), a Milano (la città della moda) e ora allenerò il Napoli. Sono orgoglioso di essere qui, siederò sulla panchina nel campo dove ha giocato Diego Armando Maradona. Questa è la città di San Gennaro, la città dove il calcio e i miracoli sono la stessa cosa”.
“Il calcio per essere credibile va accostato ai risultati. Quello che dai ai tifosi del Napoli loro te lo rendono con gli interessi. Quello di allenare il Napoli è un progetto importante. Mi piace lo slogan “sarò con te”, grido di battaglia per molte partite. Quello è un segnale di appartenenza che non dovrebbe mai mancare in questi ambienti di sport. Si tratta di una mano che ti tende la città, una mano forte che noi dovremo stringere per andare lontano e dimostrare di poter vestire la maglia azzurra. In questa città sono quasi tutti tifosi del Napoli, è la squadra della città: noi dobbiamo restituire questo amore con le prestazioni in campo”.
“Insigne? Sarebbe meglio parlare prima con lui che con voi. Io di Insigne ne parlo molto bene, penso di non turbarlo. Io con Insigne ho parlato a telefono, gli ho fatto i complimenti dopo un gol fatto in Nazionale. Gli ho detto che a me piacerebbe fare questo percorso con lui al mio fianco. Nel calcio poi ci sono altre situazioni; quelle le andremo ad analizzare quando tornerà dalla Nazionale. Adesso gli vanno fatti i complimenti per l’Europeo, anche a Di Lorenzo ovviamente. Insigne ha fatto vedere con l’Italia il suo marchio di fabbrica, tutta la sua qualità. Anche Di Lorenzo ha fatto molto bene, è un calciatore che si adatta a fare tutto con molta qualità. Si fanno i complimenti anche a Mancini per la squadra che ha allestito: è abbastanza visibile che è una squadra e non una selezione di calciatori”.
“Io ho tutto, mi sveglio sempre bene la mattina, poi mi deformo in base a chi incontro durante la giornata. Io per me non chiedo nulla, chiedo solo per il Napoli e per il suo bene. Napoli è piena di uomini che hanno lasciato il segno e ama come nessuna città quelli che sono i suoi eroi. Io e la mia squadra vorremmo diventare delle persone ricordate dai tifosi del Napoli”.
“Totti? Sono felice di aver dato la possibilità di poter fare una fiction, mi dispiace che non abbia avuto grande successo. Se me l’avessero detto prima, un paio di scene per far fare il pieno ce l’avevo. Non voglio sottrarmi a parlare della questione Totti, però ora parliamo del Napoli che è la cosa più importante. Dopo parleremo delle cose meno importanti”.
“La prima qualità deve essere quella di avere calciatori forti per potersi qualificare in Champions League. Questa sarà la mia ambizione, la mia ossessione. Napoli è la città che ha più napoletani in giro per il mondo: questo è già un motivo per non restare fuori dall’Europa che conta. Per contratti in scadenza e Covid, il prossimo Napoli sarà differente da quelli precedenti. Noi siamo qui per questo, per tentare di costruirne un altro, altrettanto forte. Tutti lavorano per questo”.
“Con il presidente ho parlato più volte dopo che ho firmato questo contratto. Noi ci diciamo anche qualcosa in più, ma per il momento non lo possiamo raccontare. Dobbiamo lavorare correttamente e seriamente, questo è quello che conta”.
“Dobbiamo esprimere un calcio che esprima la città e di cui gli sportivi siano orgogliosi: questo è il nostro obiettivo. Mi piacerebbe una squadra sfacciata, di scugnizzi che credano nel proprio talento e che vadano a dimostrarlo su qualsiasi campo contro qualsiasi avversaria. L’Europa League è una competizione a cui tengo molto. Tengo molto alla Coppa Italia, al campionato, alle amichevoli. Ogni allenamento mette un premio giornaliero, che è piccolo; ma se tu ti alleni bene per 7 giorni, stai tranquillo che la partita la giochi meglio. Ci tengo a far bella figura ogni volta che il Napoli entrerà il Napoli perché io rappresento la città tutta insieme ai ragazzi e alla società. Non si snobba niente, nessuna competizione. Non c’è una maglia amichevoli e una maglia per quelle ufficiali. Quando si indossa la maglia del Napoli si fa sul serio”.
“Quando ho sentito il presidente ho espresso la volontà di iniziare l’avventura sulla panchina del Napoli adesso, ad inizio stagione, e non durante il corso della scorsa. Gattuso ha fatto molto bene a Napoli, è una persona che ci mette passione e sentimento; è un allenatore che sa il fatto suo, che sa fare il suo mestiere. Per arrivare a giocarsi la qualificazione in Champions il Napoli ha vinto tantissime partite nel girone di ritorno. Non si può a condannare l’allenatore o un gol non fatto”.
“Il campionato del 2018? Per me diventa difficile andare a sindacare quello che può essere un episodio, anche perché ne ho ricevuti anche a favore, qualcuno contro. Io ho molta fiducia, mi fido di questa classe arbitrale. Sotto questo aspetto non posso aiutarvi, mi spiace”.
“Se ho chiamato Emerson per fargli i complimenti? Non posso rispondere a questa domanda, però è possibile che questa cosa sia avvenuta”.
“Osimhen ha molte qualità, è uno che attacca la profondità. Adesso va di moda alzare molto la linea dei difensori e lui è in grado di attaccare e sfruttare molto bene gli spazi. Osimhen è uno di quei calciatori che si danna per la squadra, è molto generoso, gli interessa coprire quegli spazi e quei metri per non lasciarli agli altri. Si tratta di un attaccante molto forte, così come Mertens e Petagna. Ci vorrà il contributo di tutti per arrivare fino in fondo”.
“Bisogna essere bravi a fare un po’ tutto, a volte alcune cose gli altri non te le permettono. Se vedi le big Liverpool, City, Real, ci sono momenti in cui pure loro si mettono davanti la linea a fare blocco difensivo, a volte per tattica per gli spazi a campo aperto. La Nazionale ha saputo adattarsi ed è andata in finale, ma il passaggio fondamentale è che si faccia tutto come squadra, non disuniti e sbrindellati a giro, ma sempre in 30 metri, aggressivi e cattivi quando si va in pressione, correre per la squadra quando si deve difendere, la partita va riempita di cose, non una sola. Poi c’è il lavoro sporco, i contrasti, tutte quelle cose che aiutano i compagni a fare meno metri, a dare più fiato”.
“Il 4-2-3-1 sarà la base, poi naturalmente nel calcio attuale le più brave hanno fatto vedere la qualità dei calciatori, quello conta, poi si modella col possesso, tutte ora occupano le piazzole sulla linea difensiva per minare la struttura difensiva. Le novità degli ultimi tempi vanno sullo spazio nella trequarti, anche senza preoccuparsi della palla, perché lì l’alternarsi porta alla differenza, è una rumba di alternanza di posizioni per non dare riferimenti, mantenendo l’ampiezza, con la difesa a 3. In Italia siamo sempre stati attenti ad avere più uomini nella costruzione che avere calciatori in zona trequarti sopra la palla, a Coverciano parlano addirittura di costruttori ed invasori, l’Atalanta ci ha insegnato, ti manda tutta la gente subito lì, ma a noi dicevano quando perdi palla ho più uomini dietro che costruivano, ma loro hanno più uomini lì per riattaccarti e si fa meno metri. Ci si rende conto di potenziale e caratteristiche e poi si va“.
“Sui tifosi? Non c’è bisogno di dire che lo stadio Maradona pieno è differente da quelle partite dove si sentiva la palla”.
“Se qualche giocatore di Euro 2020 mi ha colpito? Durante questi Europei mi sono piaciuti molti calciatori, anche quelli conosciuti di meno. Però i nomi non si fanno, a noi piacciono di più i nostri”.
“ADL non riesce a guardare negli occhi i calciatori? Loro sono già in debito con me, tutti, poi lo racconterò a loro. Non posso dirlo a voi”.
“Se farò cambiare la scritta al centro sportivo come ha fatto Mourinho (“vincere, malgrado tutto”)? Non si possono fare paragoni con lui, l’ha detto e ha ragione. Sotto l’aspetto motivazionale è uno dei più bravi, le frasi però le usiamo un po’ tutti, noi ne abbiamo già una sulla casacca d’allenamento. Prendetela, sennò pare che abbiamo copiato…”. Viene mostrata la casacca con la scritta “sarò con te, e tu non devi mollare”.
“Meret e Ospina sono due grandi portieri, sono due nazionali. Siamo contenti di avere due portieri di questo livello. Come si diceva prima, ci sarà bisogno di gestire molte partite, di gestire gli stress momentanei di ogni singola partita; quindi si ha bisogno anche del contributo dei portieri. I nostri sono di un gran livello e questo è un vantaggio”.
“Cosa penso del Var? Il Var è perfetto, mette a posto tante situazioni, poi è chiaro bisogna dargli anche un po’ d’interpretazioni, è qualcosa può accadere a favore o a sfavore”.
“La città? Ogni qual volta sono venuto qui da avversario, ho trovato una città emozionante, piena di movimento e di belle promesse. Probabilmente non sono adatto a viaggiare in Piazza del Plebiscito o nel centro storico, farò una vita molto focalizzata sul mio lavoro. Preferisco che in quelle strade li risieda la felicità dei partenopei“.
“Che mi aspetto da Politano e Manolas? Non devono fare nulla per me; se fanno qualcosa lo fanno per loro stessi ed i loro compagni. Oltre al contratto, questi ragazzi devono capire che vincere qui potrebbe farli entrare di diritto nella storia di questo club“.
“Una promessa? Solo l’impegno, mio e di chi è vicino a me. Con ADL d’impatto mi sono trovato bene, io mi trovo sempre meglio con chi dice ciò che pensa rispetto a chi pensa ciò che può dire e lui è uno che ti dice le cose in faccia e quindi sono a posto. Il matrimonio è lungo, spero sia lunghissimo, ma le cose bisogna farle bene, sempre ed ho i miei punti di vista che gli dico”.
“Si può pensare anche al 4-3-3? Quella è la più facile, si inverte vertice alto-basso e va da se. Può essere anche 4-3-3, io ho detto 4-2-3-1 di base in funzione della palla agli avversari, quando ce l’abbiamo noi è una rotazione semplice, è un quadrato che tecnicamente viene scontato ocn i due mediani in verticale ed il mediano tra i centrali, Di Lorenzo spesso fa il terzo centrale più stretto ed alzano il terzino sinistro, l’importante è non tirare a campare”.
“Se mi piace Lozano? Lozano sì, è quello che mi ha buttato fuori dalla Champions con l’Inter. Fu una sua accelerazione a crearci problemi”.