Bayern Monaco-Napoli è stata la prima amichevole di livello per gli azzurri in questa stagione. All’Allianz Arena i partenopei hanno giocato una gara intensa, equilibrata e con discreto ritmo. Il risultato, si sa, conta poco in questo tipo di occasioni; resta però l’orgoglio di aver imbavagliato i bavaresi ed aver portato a casa un netto 0-3, che può far bene al morale di squadra e tifosi.
Il primo tempo ha visto in campo una buona parte di titolari da una parte e dall’altra. Nagelsmann non ha risparmiato pezzi da novanta quali Pavard, Upamecano, Goretzka, Gnabry, Sane e Lewandowski, a dimostrazione della volontà di far bene. Dal canto suo Spalletti, pur orfano della spina dorsale della squadra (Meret/Ospina, Di Lorenzo, Fabiàn, Insigne) ha schierato probabilmente la miglior squadra a disposizione. Koulibaly, Manolas, Zielinski, Osimhen, Politano hanno preso parte alla sfida dal primo minuto.
La partita, al di là della vittoria, ha dato tanti spunti ed ha mostrato i primi frutti del lavoro di Luciano Spalletti. Bayern Monaco-Napoli è l’embrione del nuovo Napoli, una squadra attenta, ben messa in campo e soprattutto equilibrata. Staremo a vedere quanto, di ciò che ha fatto vedere, verrà poi messo in pratica dal Napoli: i primi segnali, però, sono più che soddisfacenti.
Questo post in breve
Bayern Monaco-Napoli: fase di possesso
Il Napoli ha cominciato la gara schierandosi con un 4-3-3 che però, in fase offensiva e difensiva, si trasformava costantemente. Complice anche l’assenza di Diego Demme, Spalletti ha optato per un centrocampo a tre in cui Lobotka fungeva da vertice basso, coadiuvato da Elmas e Zielinski nel ruolo di mezzala.
In fase di possesso Lobotka spesso si è abbassato per ricevere palla e far girare la squadra in modo tale da consentire ad Elmas e Zielinski di trovare la giusta posizione.
Dopo aver ricevuto e smistato palla, spesso ai terzini, Lobotka restava dietro per dare copertura ad Elmas e Zielinski. In questo modo gli azzurri hanno spesso attaccato in cinque, lasciando comunque cinque uomini dietro la linea della palla in caso di ripartenza. In questo modo, creando superiorità e densità nella trequarti avversaria, il Napoli riusciva spesso a rendersi pericoloso in fase offensiva.
La fase di non possesso
Quando ad iniziare l’azione era invece il Bayern Monaco, il Napoli ha cambiato leggermente lo schieramento adottando un 4-1-4-1. Lobotka, da vertice basso, si è posto dinanzi alla difesa; Politano e Zedadka, invece, hanno creato una linea da 4 dinanzi al centrocampo bavarese. Osimhen, da prima punta, ha guidato il pressing.
In questo modo il Bayern ha dovuto prima di tutto far fronte ad Osimhen, che atleticamente ha delle doti straordinarie ed è quindi difficile da eludere in fase difensiva. Dopo aver superato il nigeriano la linea azzurra di 4 non concedeva spazio ai centrocampisti biancorossi di impostare liberamente.
Naturalmente in transizione ed in determinati frangenti della gara il centrocampo azzurro si è compattato completamente, schierando una linea a 5 in cui Lobotka ha affiancato le mezzali.
Il pressing
Il concetto di base di questo continuo variare tattico è quello di fare densità. L’idea è quella di avere sempre superiorità numerica in qualsiasi zona del campo, sia in fase offensiva che in fase difensiva. Proprio per questo motivo il tentativo era quello di attaccare costantemente in (minimo) cinque uomini: per poter recuperare subito palla grazie al pressing.
Non è un caso che entrambi i gol di Osimhen siano arrivati dopo un recupero palla nella trequarti avversaria. Il nigeriano guida la squadra, portando il pressing molto alto; la linea di 4 segue a ruota l’attaccante e chiama a sé il vertice basso, che ha il compito di osservare e comprendere gli eventuali pericoli. La linea difensiva sale per non creare un vuoto rischioso tra le linee.
Bayern Monaco-Napoli, solo calcio d’estate?
Ci sono ovviamente grandi punti interrogativi. Il Napoli ha sì battuto il Bayern Monaco, ma siamo pur sempre al 31 luglio. Quali e quante idee potranno poi essere messe in pratica? Si continuerà con il 4-3-3 o si tornerà, con Demme, al 4-2-3-1? Quale sarà la collocazione di Fabiàn Ruiz? Senza Osimhen e Koulibaly, impegnati in Coppa d’Africa, si manterrà quest’equilibrio?
Restano comunque le note liete di una squadra che sembra aver subito legato col nuovo mister, sembra averne appreso idee e concetti: densità, corsa, qualità, verticalizzazione, pressing, ritmo. I tifosi sono pronti ad emozionarsi ancora per il Napoli, e questo Napoli pare avere tutte le carte in regola per poter regalare emozioni ai propri tifosi.
Matteo D’Angelo