Ufficialmente terminato il ritiro del Napoli a Castel di Sangro, dopo 10 giorni di lavoro intenso nei quali sono state gettati le basi della squadra che dovrà affrontare la nuova stagione. E quando un appuntamento del genere finisce, giunge il momento di tirare le somme.
La squadra di mister Spalletti ha svolto una preparazione faticosa, con ben 2 sessioni di allenamento al giorno nei quali ci sono stati tanti spunti di interesse. Il cambio modulo dal 4-2-3-1 al 4-3-3 vista l’assenza di Demme ne è un esempio, così come i lunghi discorsi tra il tecnico azzurro e Alex Meret, al quale è stata data piena fiducia per il ruolo di portiere titolare. Eppure sono tre gli elementi (o i momenti) simbolo del ritiro di Castel di Sangro che ci porteremo via.
Questo post in breve
Il primo è sicuramente il l’allenamento specializzato che Luciano Spalletti ha dedicato a Victor Osimhen. Subito, al primo allenamento. Un segnale forte, importante. A testimoniare come il nigeriano rappresenti il fulcro di tutto il progetto azzurro: l’elemento che deve aiutare la squadra, farla respirare, agevolare la manovra e soprattutto finalizzare l’azione. Osimhen è un calciatore forte, fisicamente devastante, ma che deve ancora migliorare sotto l’aspetto tecnico e tattico. Spalletti l’ha subito capito e ha cercato di sviluppare immediatamente le qualità sopite del nigeriano. Se Osimhen dovesse fare questo ulteriore step, il Napoli potrà davvero pensare di lottare per traguardi anche più alti del quarto posto in campionato.
Il secondo elemento che il ritiro di Castel di Sangro ci lascia è la consapevolezza. Già, quella che riguarda due calciatori fin troppo sottovalutati e forse poco valorizzati in passato: Elmas e Ounas. I due ragazzi, ricordiamo rispettivamente classe ’99 e ’97, sono stati tra i migliori giocatori di tutto il precampionato. Elmas ha messo in mostra le sue qualità di incursore, calciatore bravo (forse più di tutti gli altri giocatori presenti in rosa, ndr) nelle due fasi di gioco. Mister Spalletti ha subito colto il suo potenziale e la sensazione è che il macedone troverà certamente più spazio rispetto al passato, avendo così la possibilità di giocare con continuità e dimostrare tutte le sue qualità.
Eppure la vera sorpresa vista in Abruzzo prende il nome di Adam Ounas. L’attaccante algerino ha impressionato per qualità di impatto sulla gara. Velocità, cambio passo, assist e gol: Ounas è finalmente maturato, anche grazie alle varie esperienze fatte in prestito, rendendo giustizia al suo talento e all’investimento da 12 milioni fatto nel 2017 dal Napoli e dal d.s. Giuntoli. Ora appare un calciatore pronto per vestire la maglia azzurra da protagonista, soprattutto considerando le assenze di Lozano e Mertens che resteranno ai box ancora per varie settimane. Rincalzi al livello dei titolari: se questo è il primo passo per innalzare il livello della rosa, con Elmas e Ounas il Napoli ci sta decisamente riuscendo.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, elemento che ha caratterizzato il ritiro 2021 a Castel di Sangro è stato lui: il condottiero di questo nuovo Napoli, ovviamente Luciano Spalletti. Non solo in campo, il mister è stato il vero protagonista del ritiro. In Abruzzo, e per ogni sessione di allenamento, ha deciso di assottigliare la barriera – elevata a causa delle restrizioni sanitarie – esistente tra club e tifosi. In ritiro non erano previsti incontri tra supporters e calciatori, come è giusto che fosse in questo momento così complicato, eppure il tecnico non ha saputo resistere al richiamo del suo nuovo pubblico. Acclamato in allenamento, Spalletti si è poi fermato ogni giorno all’esterno dello stadio Teofilo Patini (rispettando le distanze, ndr) per rendere omaggio ai tanti tifosi presenti a Castel di Sangro, concedendo autografi a centinaia di supporters vogliosi di vedere da vicini i loro beniamini.
I suoi modi garbati, spesso ironici, hanno conquistato chiunque. Così come le richieste di mercato arrivate alla società, con messaggi sibillini, danno l’impressione di un uomo che sa cosa serve per riportare il Napoli in alto. Spalletti non si accontenterà. Ha capito che il connubio tra squadra e città può essere l’arma vincente per vivere una stagione esaltante. Anche da questi piccoli dettagli si capiscono le qualità di un grande allenatore.
Pasquale Giacometti
Articolo modificato 15 Ago 2021 - 14:32