La Gazzetta dello Sport porta alle luci della ribalta un problema comune del calcio italiano, a cui tuttavia solamente il Napoli era adeguatamente preparato. Parliamo cioè della crisi economica dovuta alla diffusione del Covid-19, che ha ridimensionato le spese di (quasi) tutte le società calcistiche.
Prima dell’avvento della pandemia, il Napoli poteva contare su un patrimonio netto di 126 milioni di euro, una liquidità di 124 milioni e, soprattutto, non aveva nessun debito con le banche.
L’intenzione è quella di continuare su questa strada, quella cioè dell’autofinanziamento, anche se negli ultimi anni le spese sportive sono decisamente aumentate (nella stagione 2019/2020 sono state pari a 259 milioni a fronte di 179 milioni di entrate).
Nell’ultimo bilancio approvato è emerso un rosso di 19 milioni di euro e, in base ai calcoli del quotidiano, l’ultimo bilancio – ancora da approvare – comporterebbe una perdita di oltre 50 milioni.
Sarebbe un triste primato, visto che sotto l’attuale presidenza non si sono mai toccati picchi così negativi. A tutto questo, ha anche contribuito pesantemente la mancata qualificazione alla Champions League degli ultimi due anni.
Articolo modificato 18 Ago 2021 - 09:38