Il Napoli ha vinto e convinto contro il Venezia per 2-0 allo Stadio Diego Armando Maradona nel corso della prima gara di campionato. Le reti di Insigne ed Elmas hanno permesso agli azzurri di partire con il piede giusto in questo campionato e di riportare la gara sulla retta via dopo l’espulsione di Victor Osimhen.
La squadra partenopea ha messo in mostra, fin da subito, l’impronta di Spalletti. Il pressing alto ha messo in seria difficoltà l’impostazione dal basso del Venezia di Zanetti, con Osimhen che per due volte si è reso pericoloso intercettando i passaggi di Maenpaa. Pur senza tirare nello specchio, il Napoli ha dato l’impressione di essere nel pieno controllo della partita e di poter segnare da un momento all’altro.
La discutibile espulsione di Osimhen ha compromesso il pressing alto degli azzurri ma non ha spento gli animi dei calciatori. Dopo un primo tempo equilibrato e di assestamento, la squadra nel corso della seconda frazione ha annichilito gli avversari pur giocando un uomo in meno. Prima Insigne al 57′ sbaglia un calcio di rigore, per poi rifarsi dal dischetto cinque minuti dopo, portando in vantaggio il Napoli; poi Elmas, al 73′, chiude la pratica ed arrivano i primi tre punti della stagione per il Napoli.
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Le note liete del ritiro: Lobotka ed Elmas
Proprio Eljif Elmas è uno dei giocatori che più si era messo in mostra durante il precampionato del Napoli. Sia a Dimaro che a Castel di Sangro, infatti, il macedone ha mostrato una grande maturità ed una consapevolezza che, fino ad ora, gli erano mancate durante la sua esperienza al Napoli. Il gioiello macedone ha affinato il suo stile di gioco, prediligendo velocità di pensiero e di azione. Queste caratteristiche gli hanno permesso di siglare il secondo gol del Napoli grazie ad un controllo orientato ed una conclusione sul primo palo realizzate in un fazzoletto di campo ed in un tempo di esecuzione limitatissimo.
Il centrocampo, inoltre, nonostante l’uomo in meno ha imbavagliato il Venezia e dato il giusto ritmo in ogni momento della gara: merito, soprattutto, di Stanislav Lobotka. Lo slovacco, che con Gattuso non ha mai brillato né trovato spazio, è stato rivitalizzato dalla cura Spalletti. In forma fisica smagliante già durante i due ritiri, ha dimostrato durante la gara di poter comandare i ritmi del centrocampo e di saper coordinare la squadra sia in fase di possesso che in fase di non possesso. Ha colpito, inoltre, la sicurezza delle sue giocate: semplici, ma mai banali.
Tifosi e squadra intorno ad Insigne
Al 57′ Lorenzo Insigne ha avuto la possibilità più ghiotta di tutte, un calcio di rigore, per sbloccare una partita che sembrava stregata. Il capitano ha sbagliato la mira, calciando alto sopra la traversa: dagli spalti e dai compagni in campo, però, non sono arrivati che applausi di incitamento e cori per Lorenzinho. Tutto l’ambiente è dalla parte di Insigne e spera nel rinnovo contrattuale.
Fin dall’arrivo a Castel di Sangro dopo la pausa dovuta all’Europeo Insigne è stato sommerso dall’amore dei tifosi. Tutti i supporter lo incitavano, applaudivano, trasmettendogli fiducia ed affetto incondizionato. La paura di perdere il capitano ha cementato definitivamente il rapporto, talvolta burrascoso, tra Insigne e la piazza. Nessuno vuol lasciare Insigne, e lo si sta dimostrando in ogni modo possibile.
Lo stesso Koulibaly, a fine partita, ha dimostrato quanto sia indispensabile ed indiscutibile la leadership di Insigne. Dopo il triplice fischio il centrale ha tolto la fascia di capitano, ricevuta dopo la sostituzione del capitano, per riconsegnarla ad Insigne stesso. Un gesto inequivocabile.
Le scelte di Spalletti
Luciano Spalletti ha messo in mostra tutta la sua esperienza e la sua capacità. Nonostante l’uomo in meno, infatti, la squadra non ha mai smesso di attaccare e non ha mai dato l’impressione di subire il Venezia. Una dimostrazione di forza e consapevolezza, le stesse che ha chiesto in conferenza stampa e che ha cercato di dare ai suoi ragazzi durante i due ritiri.
Il Napoli sembra aver raggiunto la maturità giusta per poter giocarsela con tutte le squadre di Serie A. L’organizzazione tattica e di gruppo che il mister ha dato alla rosa potrebbero essere l’arma in più per tutta la stagione. Le seconde linee si sentono valorizzate, tutti sanno di poter avere una chance, anche i giovani (Gaetano su tutti) percepiscono la fiducia dell’allenatore e chiunque prova a mettersi in mostra per il bene della squadra.
“A noi non manca nulla e ti assicuro che essere noi è bellissimo. Si parte forte con l’intenzione di arrivare forti”. Chi ben comincia…
Matteo D’Angelo