Se c’era bisogno di una partita ancora per consacrare la figura di Kalidou Koulibaly, quella con la Juventus è stata quella giusta. Ma non solo per il gol, che comunque ha deciso una partita che per i napoletani vale un tantino più delle altre, giusto un po’.
La stagione di Koulibaly è iniziata trasmettendo sensazioni di maestosa predominanza. E ripeto, non sappiamo nemmeno se c’era bisogno di queste prime tre partite per dimostrarlo ancora.
Perché è da anni che Koulibaly si impone come uno – e forse il – dei difensori più dominanti della Serie A, e non solo. Ma la sua leadership, tecnica e mentale, è forse giunta nel momento più alto della sua carriera.
Da Dimaro ad oggi, i segnali positivi da parte del difensore senegalese ci sono stati, eccome. Sempre il primo ad entrare in campo in ritiro, sempre l’ultimo ad uscire. Sembra scontato ma non lo è, soprattutto per un giocatore completo come lui. Ma non si diventa il migliore senza il duro lavoro e lui lo sa benissimo.
È maturato Kalidou e più volte avrebbe potuto scegliere di andare a giocare altrove e guadagnare chissà quanto. Eppure ha deciso di restare a Napoli, col sorriso e la fame di chi vuole regalare alla città qualcosa di importante. La fotografia della sua esultanza, e non quella che ha scattato lui, la dice lunga sul suo rapporto con i tifosi azzurri. Sa benissimo cosa significava quel gol ieri, anche perché ci è già passato ad essere protagonista nel finale di una gara contro la Juventus, in positivo e in negativo.
Aveva un conto aperto dopo l’autogol allo Stadium di due anni fa e ieri si è preso una bella rivincita.
Siamo ad inizio campionato ma Napoli ha già una certezza assoluta e si chiama Koulibaly.
E forse non c’era nemmeno bisogno di ieri per capirlo.
Giuseppe Annarumma
Articolo modificato 12 Set 2021 - 15:13