Venezia, Genoa, Juventus, Udinese, Sampdoria, Cagliari e Fiorentina: sette partite, sette vittorie, 21 punti e primo posto solitario in classifica. Basterebbero questi tre dati per riassumere la forza di questo Napoli di inizio stagione. L’arrivo di Spalletti sulla panchina azzurra ha sicuramente cambiato tutte le carte in tavola: la sua cura ha fatto passare il dolore post Verona.
Sette su sette: Spalletti e la sua medicina
Vincere le prime sette gare di campionato non è facile, ma vincerle quando parti con gli sfavori dei pronostici è quasi impossibile. Sì, perché il Napoli, infatti, doveva combattere con i fantasmi di quel famoso match con il Verona; l’arrivo di Spalletti non era stato accolto con grande entusiasmo in città; il calciomercato senza grandi acquisti aveva dato il via a una scia di critiche non proprio leggere da parte di tifosi e stampa. E allora il lavoro di squadra e allenatore è di assoluto valore.
Il vero miracolo del tecnico toscano, però, è stato quello di rivitalizzare alcuni elementi della rosa. Sin dal primo ritiro a Dimaro di luglio, Spalletti ha voluto lavorare su ogni singolo giocatore e, come detto anche dal capitano Lorenzo Insigne, ha cercato di entrare nella mente degli uomini e fargli mettere in mostra tutte le loro qualità. Un lavoro maniacale che è sempre più evidente in mezzo al campo.
Partendo proprio dagli uomini che l’anno scorso hanno trovato pochissimo spazio, Spalletti ha reso tutti partecipi, senza lasciare nessuno dietro nelle gerarchie. Il nuovo Lobotka, plasmato dal tecnico nei due ritiri precampionato, è stato una sorpresa per tutti (forse un po’ meno per chi conosceva le qualità dello slovacco ai tempi del Celta Vigo). Le prestazioni di altissimo livello di Amir Rrahmani sono lontane anni luce da quelle viste nel finale dello scorso campionato. Le “seconde linee” Elmas, Ounas e Petagna ora sono diventate parte fondamentale del progetto. Lo stesso Osimhen adesso è un giocatore quasi completo, capace di cambiare le partite da un momento all’altro e sempre pronto a giocare non solo per lui, ma in primis per i compagni di squadra.
La bravura di Giuntoli ha fatto sì che il mister ex Inter si ritrovasse nelle proprie mani una roccia come Frank Anguissa e allora il lavoro per Spalletti si è semplificato. Ma non bisogna dimenticare di fare i complimenti al ds azzurro, soprattutto, per aver tenuto in rosa tutti i big, in un mercato che ha visto l’Inter privarsi di Hakimi e Lukaku, il Milan di Donnarumma e Calhanoglu, la Juventus di Cristiano Ronaldo e la Roma di Edin Dzeko.
Quindi, in conclusione, si può affermare senza troppi giri di parole che il Napoli sta volando in questo inizio di stagione grazie a un lavoro quasi perfetto dell’intera società. Bisogna aggiungere quel “quasi” perché il mancato acquisto del terzino sinistro è stato (in parte) la causa dell’unica sconfitta stagionale. Ma ora la tifoseria non deve pensare a cosa non c’è: bisogna godersi questo momento magico. La sosta non aiuta, ma siamo sicuri che ogni tifoso azzurro tutte le mattine da qui fino al 17 ottobre, la prima cosa che farà appena sveglio sarà accendere il cellulare, cercare la classifica di Serie A su Google e ammirare quel Napoli al primo posto.