“Fabian non può fare il regista”.
Carlo Ancelotti, 2019.
“Fabian è il regista del Napoli”.
Luciano Spalletti, 2021.
Questo post in breve
Ancelotti da un lato, Spalletti dall’altro. Un Fabiàn cupo e impreciso col primo, ma sereno e perfetto col secondo. Il tecnico toscano ha creduto in lui, nelle sue capacità di impostazione, e l’ha piazzato lì, nella regia azzurra. Quando nessuno se l’aspettava, con raffinatezza e tenacia, ha accolto il guanto di sfida e si è preso le chiavi del centrocampo in mano.
Col tecnico di Reggiolo non è riuscito a mostrare completamente la sua bravura, quella che ha sempre avuto ma nascosto. All’epoca non aveva al suo fianco una spalla che gli garantisse protezione, ora lo spagnolo ha un colosso come Frank Anguissa a proteggergli le spalle: gli garantisce pulizia e recupero dei palloni. Può finalmente esprimere con concretezza il suo calcio con tecnica, precisione, ma soprattutto sicurezza, quella che gli mancava da tempo.
Ora Fabiàn ha la libertà di poter accarezzare il pallone e lanciarlo come vuole, ma anche spingersi nell’area avversaria e calciare dalla distanza. Ha infatti così trovato in campionato tre goal, tutti da fuori. Nessuno meglio di lui in Europa: si contende il primato con Payet. E in questo Napoli diventa sempre più imprescindibile.
Anche i numeri sono dalla parte di Fabiàn: nelle prime 10 partite giocate in questa Serie A, oltre ad aver segnato 3 goal, ha effettuato una media di 76 passaggi a partita di cui 4,6 lunghi, con una precisione del 93,3%. Ha inoltre offerto un assist decisivo e 1,5 passaggi chiave. Ma l’exploit lo ha avuto nella partita contro il Bologna, dove ha effettuato ben 105 passaggi, di cui uno chiave, con una precisione del 96,2%. Si è fatto sentire anche in fase offensiva: 2 tiri effettuati di cui uno in rete e un dribbling riuscito.
Insomma, ora il barbiere di Siviglia taglia i capelli, o meglio, le difese avversarie, con una precisione inaudita.
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Erika Merolla
Articolo modificato 30 Ott 2021 - 08:10