Inciampa, ancora, il Napoli: vittima di se stessa, dei suoi capisaldi di questi ultimi mesi, venuti meno dinanzi la corazzata nerazzurra. Non bastano le tante emozioni arrivate, soprattutto, nel finale: proprio quando si credeva in un undici più maturo, gli azzurri tradiscono tifosi ed aspettative e lasciano indietro punti d’oro dopo un passo falso di una diretta concorrente.
Ci eravamo lasciati così: una squadra in forma, rodata, in fiducia che nulla aveva potuto solo dinanzi al grande amore a tinte giallorosse del tecnico di Certaldo e a Simeone & Co. al Diego Armando Maradona.
Ci ritroviamo, ora, non proprio come un tempo: Inter-Napoli, passato contro presente per Luciano Spalletti che non ha sfruttato la sua occasione di mettere il sigillo come spesso capita, invece, ai giocatori di movimento quando incrociano il proprio passato.
A proposito di passato: è arrivato, l’immancabile (quarto) sigillo di Lautaro Martinez contro i partenopei, sempre pesante, sempre decisivo. El Toro (con la complicità di una difesa disattenta) affonda il colpo contro il tecnico che per primo ha creduto in lui lanciandolo nella Scala del calcio dopo le frizioni con Mauro Icardi.
Dries Mertens, invece, ha confezionato l’ennesima meraviglia ancora contro Simone Inzaghi. L’ultima, contro il tecnico piacentino, si era infilata alle spalle di Strakosha (stagione 2017/18) e solo così, il tecnico nerazzurro, ha rivisto i fantasmi di Lazio-Napoli nell’eurogol da fuori area del belga di stasera che per venti lunghi minuti aveva riacceso le speranze.
Non è arrivata la tanto attesa marcatura (e nemmeno una buona prestazione) di Lorenzo Insigne: non è la prima volta che contro l’Inter il Capitano diventa l’ombra di se stesso, l’anello debole che non riesce a porre fine al suo digiuno dal goal a San Siro contro i nerazzurri.
Non solo Lorenzo: il calcio, si sa, è un gioco di squadra e la disfatta è condivisa con gran parte dei titolari in campo, rei, specialmente nel primo tempo, di troppe imperfezioni.
Resta l’amaro in bocca legato anche alla dea bendata sul miracolo di Handanovic su un (rivedibile) colpo di testa di Mario Rui e l’occasione sciupata da Mertens sul gong: come spesso accade, però, il seminato con poca cura non porta i frutti sperati.
La prossima sfida in campionato, contro Maurizio Sarri e la sua Lazio, sarà sì un nuovo back to the past, ma anche un incontro di boxe in cui non si può abdicare ma solo mettere K.O. l’avversario in tempo record.
Nel frattempo, la rivincita contro gli uomini di Rui Vitoria alla Otkritie Arena, può essere la sfida da cui ripartire e riacquisire un po’ di consapevolezza nei propri mezzi: i partenopei sono chiamati a vendicare il
2-3 dell’andata e tornare alla vittoria.
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Matteo Grassi
Articolo modificato 22 Nov 2021 - 12:47