Non devi mollare

Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca quella colta dal Napoli contro l’Atalanta per 2-3 allo stadio Maradona. Troppo evidente come le assenze abbiano pesato sulla squadra di mister Spalletti, che ha lottato fino all’ultimo secondo di gara, cedendo al cospetto di una bella realtà come quella bergamasca.

Concedere ad una squadra come quella di Gasperini calciatori del calibro di Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz, Insigne e Osimhen, oltre che il primo cambio difensivo Manolas, diventa proibitivo. Eppure il Napoli ce la stava facendo. Giocando a specchio, Spalletti aveva incartato l’Atalanta, sfruttando la maggiore capacità di palleggio di Zielinski e Lobotka, la verve offensiva di Malcuit e soprattutto la solita certezza di Mertens in zona gol. Poi, come fin troppo spesso sta accadendo di recente, la Dea (quella bendata) abbandona il Napoli con Lobotka che si infortuna, facendo perdere qualità nel palleggio e consegnando di fatti il pallino del gioco all’Atalanta.

Entra Demme, ma non è la stessa cosa. Già, perché sostituire uno giocatore con un altro non sempre lascia tutto invariato. Soprattutto nel calcio. Gli azzurri abbassano troppo il proprio baricentro consentendo all’Atalanta di fare ciò che sa fare meglio: attaccare.

Napoli Atalanta
FOTO: Getty – Napoli Atalanta

NAPOLI ATALANTA, RISULTATO BUGIARDO

Il risultato alla fine penalizza il Napoli, ma la prestazione no. Nonostante le numerose assenze, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto: il possesso palla è stata a favore dei partenopei (55%-45%), mentre gli orobici hanno calciato di più verso la porta (15 tiri del Napoli contro i 21 dell’Atalanta). Encomiabile la prestazione di alcuni gregari come Juan Jesus, Malcuit (in fase offensiva) o l’enorme crescita dello stesso Lobotka. L’impressione è che Spalletti sia riuscito ad elevare il livello dei singoli calciatori rispetto al valore collettivo del gruppo. Ecco perché questo Napoli sta impressionando, ma concedere tutti quei top player ad avversarie dirette concorrenti è troppo anche per il mago Spalletti.

In città in queste ore si parla già di sogno svanito, di corsa scudetto compromessa. In pochi hanno invece visto nella sconfitta contro l’Atalanta un grande motivo per sorridere: ovvero che questa rosa sia ampiamente all’altezza per competere per il titolo, a patto che recuperi alcuni dei suoi giocatori migliori. E allora cosa deve fare il Napoli? La risposta è semplice: resistere. Spalletti deve fare di necessità virtù, lottare con le armi attualmente a disposizione e provare a tenere le distanze dalla vetta invariate. Stringere i denti fino al recupero dei titolari: questo deve essere l’obiettivo della squadra.

NON DEVI MOLLARE

Una volta recuperati i vari Koulibaly, Anguissa, Osimhen e via dicendo, gioco e risultati miglioreranno. Non sapremo mai come sarebbe andata, ma la sensazione che si è avuta è che il Napoli, con tutti i titolari in campo, sia di una spanna (e forse di più) superiore all’Atalanta. Dunque aumenta il rammarico per i tanti infortuni e punti lasciati per strada (compresi quelli di Reggio Emilia contro il Sassuolo), ma la prestazione offerta al Maradona rinfranca: paradossalmente gli azzurri ne escono ancor più consapevoli della propria forza collettiva.

A riconoscere il merito della squadra è stato proprio il tifo partenopeo, con un lungo applauso al termine della gara e con un coro partito dalla Curva B più attuale che mai “Sarò con Te, e tu non devi mollare…”. In questo momento vietato mollare, perché le dimostrazioni di forza possono arrivare anche da una sconfitta.

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Pasquale Giacometti

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