La crisi economica nel calcio, acuita dalla Pandemia da Covid-19, mette nelle condizioni tutti i club del mondo di ridurre i costi. Ormai ingaggi e spese per i cartellini dei calciatori hanno raggiunto vette insostenibili. Dunque, più per necessità che per volontà, le varie società nel prossimo futuro saranno sempre più attente all’evoluzione dei giovani talenti in giro per il mondo ma anche alla crescita dei calciatori provenienti dal proprio settore giovanile.
C’è da dire che alcune società, soprattutto in Italia come Empoli o Atalanta, sono da sempre attente alle dinamiche relative ai giovani talenti del mondo del calcio. Anche il Napoli fa della ricerca minuziosa dei calciatori uno dei suoi punti di forza per la costruzione della squadra, ricerca che per i motivi elencati dovrà essere sempre più precisa. La redazione di SpazioNapoli, per approfondire l’argomento e parlare dei migliori calciatori in giro per il mondo e nei settori giovanili italiani, ha contattato l’agente e talent scout Luigi Iacomino, che ormai da anni visiona i migliori calciatori seguendoli attentamente da vicino, fornendo preziose relazioni alle società e ai direttori sportivi interessati ad investire sui giovani del futuro.
Questo post in breve
I GIOVANI PIÙ FORTI AL MONDO
Perché in Italia i giovani fanno più fatica ad imporsi e quali sono i migliori talenti in giro per l’Europa?
“Intanto spieghiamo che per giovani parliamo di calciatori nati almeno dopo l’anno 2000, ovvero coloro che spesso vengono definiti “millennials“. La differenza sostanziale tra l’Italia e l’estero sta nel coraggio: in Europa si lanciano in prima squadra calciatori nati nel 2003 senza remore, qui invece giocano i ragazzi di questa età giocano in Primavera. In questo modo la loro crescita è limitata.
Tra i talenti più limpidi del calcio mondiale ci sono senza dubbio Jude Bellingham del Borussia Dortmund e Rayan Cherki dell’Olympique Lione, entrambi nati nel 2003. Poi non possiamo non citare calciatori già affermati come Phil Foden del Manchester City, Jadon Sancho del Manchester United o Bukayo Saka dell’Arsenal, quest’ultimo classe 2001. Calciatori conosciuti ai più e che da anni calcano i grandi palcoscenici, ma che poi spesso dimentichiamo essere ragazzi nati nel 2000. Se sono già così conosciuti e pronti è proprio perché qualcuno ha creduto in loro.
Tra i campioni del futuro non possiamo non annoverare giocatori ormai alla ribalta del calcio internazionale come la coppia del Barecellona: Pedri e Ansu Fati, entrambi classe 2002. Menzione su Camavinga, altro ragazzo del 2002 acquistato dal Real Madrid in estate. In questo caso vanno fatti i complimenti al Rennes che ha fatto un’operazione economica importante e che da sempre lavora egregiamente con una sinergia perfetta tra settore giovanile e scouting”.
I MIGLIORI TALENTI SUL QUALE PUNTARE
Andando su nomi meno conosciuti al grande pubblico, su quali calciatori sarebbe il caso di investire per il futuro?
“Punto su alcuni calciatori di Eredivisie e Jupiler League. Consentimi di spendere questi nomi: Vandervoordt, portiere classe 2002 del Genk; Verschaeren mezz’ala dell’Anderlecht e De Keteleare del Bruges, che secondo me può diventare un grande attaccante, entrambi nati nel 2001.
In Eredivisie impossibile non parlare di Gravenberch, 2002 dell’Ajax e già nazionale olandese che ha ampi margini di crescita, prodotto ovviamente del proprio settore giovanile. Altro giovane da menzionare è Madueke del Psv, esterno d’attacco classe 2002 di origini nigeriane soffiato dagli olandesi al Tottenham.
I GIOVANI ITALIANI PIÙ INTERESSANTI
Potremmo andare avanti elencando i migliori giovani che giocano all’estero, ma è giusto fare anche il punto dei millenials Italiani che giocano nel calcio professionistico. Senza dimenticare di dare sempre uno sguardo anche chi gioca in Serie C e potrebbe avere una crescita ed arrivare col tempo in Serie A.
Detto ciò, per il futuro punto sulla crescita di Roberto Piccoli, attaccante classe 2001 che ha contribuito alla salvezza dello Spezia l’anno scorso. Potrebbe essere ceduto in prestito a gennaio viste le difficoltà nel trovare spazio in questa Atalanta.
Riccardo Calafiori, terzino sinistro classe 2002 della Roma. Qualche infortunio ne ha rallentato il percorso ma quest’anno con Mourinho sta iniziando a trovare un pochino di spazio. Ottimo anche Samuele Ricci (2001) titolare nell’Empoli già da tre anni, destinato a grandi squadre.
Il fiore all’occhiello dei millenials italiani è Sandro Tonali, che al Brescia giocava titolare già da qualche anno prima di passare al Milan. Ti racconto un aneddoto. Ho visto il suo primo gol dal vivo a Salerno nella dalla stagione 2017/18, era ancora minorenne: aggancio di destro e gran botta di sinistro. Mi ha subito impressionato. Mi piace ricorda la crescita avuta da Raspadori, non tutti sanno che nella Primavera del Sassuolo non sempre trovava spazio da titolare, ora è campione d’Europa. Credere nella crescita dei ragazzi e intuirne le future potenzialità è anche questo”.
I MIGLIORI TALENTI DEL SETTORE GIOVANILE DEL NAPOLI
Guardando più attentamente in casa Napoli, quali pensi possano essere i giovani che dalla Primavera possano fare il grande salto in prima squadra o giocare a livello professionistico?
“Il Napoli ha avuto sempre un pochino di difficoltà per quanto concerne il settore giovanile, ovviamente per scelte di investimento, anche se va riconosciuto il ritorno in Primavera 1. Qualche giovane sta avendo l’opportunità di mettersi in mostra, qualcuno un po’ meno.
Da valutare e da tenere in considerazione, con una buona prospettiva di giocarsela nel calcio professionistico, potrebbero essere l’attaccante Giuseppe Ambrosino (classe 2003), il trequartista Giuseppe D’Agostino (2003) che magari in futuro potrebbe anche giocare come esterno d’attacco. Hanno buona qualità i due terzini: il destro Marchisano e il mancino Giannini, oltre al difensore centrale Daniel Hysaj, tutti e tre classe 2004″.
Cosa si può fare per migliorare il settore giovanile del Napoli?
“Il bacino d’utenza di Napoli e dell’hinterland è molto ampio, indubbiamente non è facile setacciare l’intero territorio e allevare dei talenti. Non lo dico certo io, ma è palese che al Napoli manchi un lavoro di scouting accurato e meticoloso. L’unico calciatore emerso dal settore giovanile e gioca in pianta stabile in prima squadra è solo Lorenzo Insigne.
Si potrebbe creare anche una sinergia con altre squadre campane, un trade union che se fosse messo in atto potrebbe rivelarsi di grande impatto per la crescita socio-economico del territorio, considerando che giocano nei professionisti due squadre della provincia di Napoli, Juve Stabia e Turris. Magari un giovane che passi per Castellammare di Stabia e poi arrivi in Serie A. Non è utopia visti i vari Donnarumma, Quagliarella, Mirante, Sebastiano Esposito o altri ragazzi passati per Castellammare. Col tempo l’organizzazione e il lavoro sicuramente si può dare di più traendone risultati sia economici che sportivi. Qualche idea obsoleta di qualche “vecchio” dirigente sarebbe meglio accantonarla e ammodernarsi“.
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Pasquale Giacometti