A Radio Punto Nuovo ha parlato Mustapha Jawara, il primo arbitro migrante in Italia, arrivato dalla Libia nel 2015 per dare una svolta alla propria vita e che da allora sta inseguendo il sogno di arrivare ad arbitrare in Serie A.
Queste le sue toccanti parole:
“Sono arrivato in Italia 6 anni fa a 16 anni dal Gambia, passando per la Libia, direttamente a Salerno con il barcone. Sono passato per Mondragone, il centro accoglienza di Polla. In mare ho avuto paura lì o si vive o si muore. Ringrazio chi mi ha accolto, ringrazio lo Stato italiano. In Libia sono stato imprigionato per sei mesi, fortunatamente sono stato aiutato da un signore che mi ha portato a casa sua e poi mi ha fatto imbarcare. Purtroppo non sono più in contatto con lui. Sono arrivato in Italia per cercare una vita migliore”.
“Ho deciso di fare l’arbitro perché mi piace lo sport, soprattutto il calcio, però non sono molto dotato con i piedi. Da minorenne, ho fatto un corso a Polla insieme ad un amico e finora, ho arbitrato under 15 e under 17. Senza guardalinee, per il fuorigioco, cerco di aiutarmi guardando l’ultimo difensore. Con l’aiuto della sezione di Sala Consilina sto studiando per migliorare e li ringrazio tanto. Finora non ho avuto particolari problemi. Attualmente lavoro in un’azienda di ricambi, ma voglio arrivare in Serie A i prossimi anni e arbitrare Napoli-Juventus. Non tifo nulla, sono tifoso degli arbitri“.
Articolo modificato 17 Dic 2021 - 22:23