Il giorno dopo, a mente fredda, si può ragionare più tranquillamente. L’euforia della vittoria del Napoli è ancora presente, ma ora si deve già pensare allo Spezia: gli azzurri chiuderanno il 2021 davanti al proprio pubblico e hanno l’obbligo di vincere per non far passare un Natale indigesto ai propri tifosi.
La partita di ieri ha messo in evidenza le belle prestazioni del solito Piotr Zielinski, finalmente a pieno regime e leader del centrocampo, dopo un inizio stagione con molti bassi e pochi alto, e di Juan Jesus, migliore in campo senza ombra di dubbio. Ma c’è stato anche un altro azzurro che, con troppi riflettori puntati su di sé, ha fatto la differenza in campo: si tratta di Andrea Petagna.
Bisogna prendersi del tempo per analizzare la gara del numero 37 azzurro e, appunto, non reagire di impulso. Perché, subito dopo la partita, la gara di Petagna può risultare anche addirittura insufficiente: la poca reattività sull’occasione del non-tiro e recupero di Tomori e il pallone spedito in curva da buona posizione, hanno macchiato una prestazione davvero importante.
Il ruolo di Petagna è stato quello di svolgere il solito lavoro sporco di cui ormai è abituato a fare. Tenere la squadra alta, fare a sportellate con i difensori avversari, lottare su ogni rinvio lungo e portarsi dietro diversi uomini sono compiti che spesso passano in secondo piano, ma che in realtà sono fondamentali in certi tipi di match. E ieri il bulldozer azzurro li ha svolti in maniera egregia.
La scelta di Spalletti di schierarlo dal primo minuto è stata azzeccatissima e, infatti, quando al 78′ minuto è uscito dal campo per far posto a Dries Mertens, la sua mancanza si è fatta sentire. Il Napoli, senza il suo riferimento offensivo, ha calciato tanti palloni in avanti, non trovando più nessuno a recuperarli e far salire il resto della squadra. Ed è stato proprio negli ultimi minuti che il Milan si è affacciato con più costanza nell’area azzurra e al 90′ ha anche trovato la rete, poi annullata dall’arbitro Massa.
Il Petagna di quest’anno ricorda molto quello visto a Bergamo: con la maglia dell’Atalanta, Petagna svolgeva esattamene questo compito. Era il cosiddetto “centravanti atipico”, in grado di giocare più per i propri compagni che per fare gol. I tifosi della Dea ricordano bene quella coppia formata con il Papu Gomez che trascinò la squadra per la prima volta in Europa League. Con l’Atalanta Petagna mise a segno solamente 11 gol in 75 presenze, numeri non proprio da numero 9. Eppure, i tifosi nerazzurri non si lamentavano mica dello scarso rendimento in zona gol, visto il suo grande approccio offensivo. In più, un giocatore che mette a segno 16 assist in due anni, può essere più utile di chi segna un gol ogni tre partite.
L’assenza di Victor Osimhen è sicuramente pesante e i tifosi azzurri sperano di ritrovarlo il prima possibile, ma Petagna ce la sta mettendo tutta per aiutare la squadra e gli vanno fatti i complimenti per il suo lavoro. Quando sei un centravanti, la gente si aspetta il gol, ma bisogna ricordare che segnare non è l’unica cosa che conta.