Juan Jesus arriva a Napoli nell’agosto del 2021, quando tutti i tifosi aspettavano il colpo che avesse acceso l’estate ed i sogni di gloria azzurri.
Ebbene, quel colpo dal nome altisonante, effettivamente, non è mai arrivato; ma alla corte di Spalletti sono giunte pedine fondamentali, operaie, nel mercato estivo, tra cui il difensore brasiliano.
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Saper attendere!
Poco minutaggio concessogli in campionato, più spazio in UEFA Europa League; eppure quando è stato chiamato in causa, Juan, poche volte ha fatto rimpiangere il suo sostituto, anzi; ha subito vestito i panni del supereroe e raramente è entrato in campo senza la giusta lucidità.
L’ennesima prestazione sopra le righe è arrivata ieri sera a San Siro, su un prato che lui conosce bene, avendolo calcato da avversario e da giocatore dell’Inter.
Nel big match contro il Milan, Juan Jesus, ha completamente annullato ogni pericolo: visione di gioco, lucidità, timing perfetto nelle entrate, leader difensivo al fianco di Rrahmani e la sicurezza che, dalle sue parti, non c’era trippa per gatti.
L’unico reale pericolo si è palesato nel recupero del secondo tempo, quando prima subisce fallo da Giroud, poi viene disturbato dallo stesso da terra (che nel frattempo è in offside) e tutto sfocia nella rete di Kessié poi annullata causa fuorigioco attivo del francese.
La cura Spalletti
Difensore esperto, veloce, attento, troppo spesso bollato come inadeguato al contesto a causa di disattenzioni in scontri fondamentali, ma ora, alla veneranda età di 30 anni, a Napoli, sta dimostrando voglia di continuare a giocare per zittire le critiche che da sempre ne hanno un po’ infangato il nome.
Juan è la dimostrazione, che spesso, il nome, in Italia, viene valutato alla stregua di qualche cattiva uscita negli anni; Spalletti è la dimostrazione che si può guardare oltre alcune prestazioni negative e dare comunque fiducia ad un ragazzo professionale e genuino quale Jesus.
Nella vita, avremmo tutti bisogno di un mental coach come Luciano Spalletti, capace di credere e leggere nell’anima delle persone, più di quanto esse stesse sappiano fare.
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Matteo Grassi