Ammettiamolo a noi stessi, un po’ tutti, per un giorno, chi non ha sognato di essere Marty McFly di Ritorno al Futuro, per poter usare la DeLorean e viaggiare a spasso nel tempo senza (quasi) nessun intoppo.
Se solo si potesse tornare indietro nel tempo, con la consapevolezza attuale, sarebbe bello chiedere a Gennaro Gattuso, il perché di alcune scelte che portano il nome di Nikola Maksimovic e Tiémoué Bakayoko.
Perché permettere ed ammettere che certe partite potessero essere decise da errori di due giocatori che a Napoli non avevano più nulla da dare ed avevano terminato gli stimoli, quando la rosa permetteva di fare altre scelte.
Questo post in breve
Il prestito secco di Malcuit alla Fiorentina, lo scarsissimo minutaggio di un sontuoso Stanislav Lobotka, l’ampio spazio concesso a Bakayoko a danno proprio dello slovacco, le reiterate ed immotivate panchine di Amir Rrahmani, a volte, per preferire Nikola Maksimovic.
Sarebbe bello chiedere a Gennaro Gattuso il motivo di quelle scelte che, ad oggi, sembrano fuori da ogni possibile logica (non che ieri non lo fossero) considerando le maglie che ora vestono i due giocatori ed il minutaggio loro concessogli.
La nota positiva è che, Luciano Spalletti, invece, è riuscito a rendere pilastri portanti del progetto, i giocatori non valorizzati dal tecnico di Corigliano, ed ora li coccola come fossero sempre stati i suoi protetti.
Ma, alcune scelte, faticano e faticheranno sempre ad essere comprese e non possono passare inosservate; anche perché sono le stesse che hanno portato i partenopei ad una situazione economica meno florida di quella che si poteva prospettare.
Nel frattempo, però, non ci sono dubbi: il veleno di Gennaro Gattuso non ha funzionato ed ora necessiterebbe di una DeLorean come quella di Marty McFly per tornare indietro nel tempo e porre rimedio.
Luciano Spalletti? Beh, il tecnico di Certaldo per ora viaggia su un FrecciaRossa di vittorie e note positive con un leggero pizzico d’amaro in bocca disseminato qua e là.
La realtà dei fatti, però, è più che sorprendente: bisogna anche appurare che nessuno ha il Vesuvio dentro più di quanto non lo abbia Luciano Spalletti e se questa è l’esperienza più arrapante della sua carriera, senza ombra di dubbio la piazza gode con lui.
Tra “veleno” e Vesuvio, non c’è storia: 0-1, palla al centro!
RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Grassi
Articolo modificato 20 Dic 2021 - 12:30