La serata di ieri è certamente da archiviare e dimenticare in fretta per il Napoli. Cinque gol subiti, anche se distribuiti su 120 minuti, sono un piccolo campanello d’allarme che, però, dovrà rimanere isolato, affinché il questo non inizi a crescere.
Le attenuanti a cui può aggrapparsi Luciano Spalletti non sono poche: continuano ad essere molti i giocatori indisponibili; inoltre, quelli rimasti sempre arruolabili erano alla terza partita in sette giorni, aggravata dall’arrivo ai supplementari.
Ci si potrebbe chiedere perché il Napoli, pur avendo giocato quasi un tempo intero in superiorità numerica, non sia riuscito a prevalere e, anzi, abbia subito anche il gol dell’1-2. Le risposte a questa domanda, tuttavia, sono già scritte nel paragrafo precedente: quello di ieri sera ovviamente non è il vero Napoli, e non lo è da qualche tempo a questa parte.
Quando, poi, Spalletti sperava di poter contare sul ritorno di Lozano e Fabian Ruiz, ecco che sono proprio loro a tradire il tecnico toscano, lasciando a quel punto la squadra in balia di una Fiorentina più vogliosa, più grintosa, più energica.
Non bisogna, in ogni caso, fare drammi eccessivi. Se a qualsiasi squadra venisse tolto l’equivalente di Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz (il vero Fabian, non quello di ieri sera), Zielinski, Insigne e Osimhen è facile capire quali potrebbero essere i risultati.
D’altra parte, è proprio questo il momento in cui il Napoli deve dimostrare di essere una squadra da Champions. Già a partire da lunedì contro il Bologna, in cui Spalletti ritroverà – seppur dalla panchina – Victor Osimhen. Gli azzurri hanno tutte le carte in regola per chiudere l’anno tra le prime quattro: non è il caso di fasciarsi la testa.