La questione degli stadi, strettamente legata all’emergenza da Covid-19, continua a far discutere nel mondo del calcio. Nella fattispecie, sembrerebbe non aver avuto i riscontri sperati la scelta di limitare la capienza massima degli stadi a 5000 persone, creando delle disparità tra i diversi impianti.
Se da una parte – si legge su La Gazzetta dello Sport oggi in edicola – ci si è inventati una faticosa selezione fra chi era già in possesso del biglietto, in ben quattro stadi quota 5.000 è rimasta addirittura lontana: 3.805 spettatori per Venezia-Empoli, 3.843 per Sassuolo-Verona a Reggio Emilia, 2.549 a Genova per Samporia-Torino e 2.559 per Salernitana-Lazio.
Il caso di Venezia – spiega il quotidiano – è davvero singolare perché con il cambio dei limiti, la soglia è diventata più permissiva visto che la metà della capienza è leggermente inferiore ai 5000 spettatori.
In virtù delle numerosi controversie a tal proposito, tutto lascia pensare – secondo la medesima fonte – che il 6 febbraio, quando sarà terminata la sosta, il campionato ricominci con la capienza del 50%.
In ogni caso non sarà comunque necessario un nuovo decreto, perché la stessa legislazione in vigore non ha cambiato la soglia. La scelta, invece, è stata la Lega di Serie A che ha deciso non molto tempo fa di adottare la soglia dei 5000 spettatori.
Francesco Fildi