A pochi giorni dal big match Napoli-Inter, lo torico presidente dei due scudetti azzurri, Corrado Ferlaino, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. L’ingegnere ha parlato delle sfide dei suoi tempi e del momento di forma attuale del Napoli.
Ricordando le vecchie sfide del passato che si ripresentano, Ferlaino ha parlato così: “Napoli che sfida le due Milano è proprio un gran bel revival. Possiamo soltanto sperare nell’epilogo giusto”.
Sul famoso episodio di Inter-Juve del 2018 e la sconfitta di Firenze: “Il Napoli quattro anni fa era in corsa per lo scudetto, poteva vincerlo e comunque giocarselo se non ci fosse stata quella Inter-Juventus e quella decisione di Orsato. Ora mi capita di leggere anche che a decidere quella stagione fu la sconfitta di Firenze: e mi viene da ridere, perché immagino cosa fu per i ragazzi l’immagine di quel contatto sul quale l’arbitro sorvolò e come scesero in campo, nel successivo pomeriggio. Per me, erano sotto shock“.
Tra le vecchie sfide del passato e le squadre del presente: “Mi faceva paura Berlusconi ma soprattutto i suoi olandesi, probabilmente i calciatori più vicini a Maradona. Dicevano che messi assieme, Gullit e Van Basten potessero «pareggiare» Diego: io non ci ho mai creduto. Ma intanto il Milan era fortissimo.
La più forte di oggi? Per valore, l’Inter: è squadra di qualità, è reduce dalla vittoria del campionato, ha ampiezza d’organico”.
Sul rinnovo di Mertens: “Conosce il calcio, finge di essere falso nueve semplicemente per evitare quelli grandi, belli e grossi. Li frega con l’astuzia. E sulla sua vicenda personale, è giusto che si esprima De Laurentiis e non io. Sappia una cosa: il tifoso Ferlaino non è obiettivo e dunque immagini poi con uno che ha segnato quasi 150 reti come mi comporterei”.
E sulla situazione Insigne? “È andata secondo natura: da una parte c’è una società che non può andare oltre certi limiti, o non vuole, e dunque tiene la propria offerta bassa; dall’altra c’è un giocatore che ha la possibilità di strappare così tanti soldi da non crederci. Sono le leggi del mercato, non c’è da scandalizzarsi, né da fare del moralismo”.