Sale l’attesa per il primo round dei sedicesimi di finale di Europa League che vedrà il Napoli contro il Barcellona. Per i blaugrana gli ultimi mesi sono stati tra i più difficili della storia recente del club: ad agosto, dopo ben ventuno anni, Leo Messi ha lasciato la Spagna per trasferirsi a Parigi e solo qualche mese più tardi è arrivata la clamorosa e inaspettata eliminazione dai gironi della Champions League.
I catalani si sono così ritrovati nell’urna di Nyon valida per i sedicesimi di Europa League, urna che ha disposto il Barcellona contro il Napoli di Luciano Spalletti. Quello del sorteggio era un Barcellona ridotto alle macerie, in crisi profonda, con il disperato tentativo di risalita affidato al ritorno in Spagna di Xavi, questa volta alla guida tecnica, e ai rinforzi arrivati nel calciomercato di riparazione.
I catalani sono stati tra i club più attivi in Europa durante il mercato invernale, riportando a casa i talenti ormai sbocciati di Adama Traorè e Ferran Torres, il veterano Dani Alves e tesserando l’attaccante dell’Arsenal Pierre-Emerick Aubameyang, con la speranza di ritrovare un clima ambientale più sereno e una posizione in classifica più vicina a quelle a cui i tifosi sono da sempre abituati.
Questo post in breve
Il momento del Barcellona: come arriva alla sfida contro il Napoli
Pur avendo agguantato il quarto posto in Campionato, a un punto sull’Atletico Madrid del Cholo Simoene, il cammino del Barcellona procede con fatica e nervosismo, a dimostrazione delle difficoltà arrivate nelle ultime partite soprattutto nel reparto difensivo.
“Abbiamo concesso molto e fatto troppi errori“. Così si apriva la conferenza di Xavi nel post partita contro l’Espanyol, dopo l’amaro pareggio per 2-2 arrivato solo nel finale. Ancora una volta la squadra catalana ha subito gol a causa di errori individuali, mostrando un dato abbastanza preoccupante: dieci gol nelle ultime cinque partite (tre in Liga, uno in Coppa e uno in Supercoppa). Un problema che Xavi non è riuscito ancora a risolvere, nelle sue 16 partite in panchina infatti, solo quattro volte la squadra è riuscita a mantenere la porta inviolata, con un parziale di 27 gol subiti in 23 partite in Campionato.
I problemi in difesa aumentano anche dall’infermeria, dove dopo gli infortuni di Umtiti, Sergi Roberto e Lenglet, è arrivato anche quello di Araujo, lasciando un pizzico di rammarico anche per il mercato di riparazione, con i rinforzi arrivati solo e soprattutto nel reparto offensivo.
Nervosismo e poca concentrazione: i dati sui cartellini
A sottolineare il momento poco sereno c’è un altro dato da sottolineare: erano 18 anni che il Barcellona non subiva così tante espulsioni in stagione. L’ultimo arrivato domenica per Gerard Piqué, dopo uno scontro a muso duro con il difensore dell’Espanyol Nico Melamed. Quest’anno in Liga il Barca è la terza squadra per numero di cartellini rossi, arrivati per Piqué, Dani Alves, Frenkie de Jong, Gavi ed Eric García. Quest’ultimo ha anche ricevuto il rosso in una partita di Champions League. Al momento, e a causa di queste espulsioni, né Dani Alves né Piqué potranno giocare nella partita del prossimo fine settimana contro il Valencia.
Adama Traoè: un pericolo per la difesa azzurra
Adama Traorè, tornato al Camp Nou questa finestra di trasferimento invernale, è sicuramente tra le note più dolci degli ultimi mesi nell’ambiente Barcellona. Nelle ultime due partite ha giocato 151 minuti trascinando l’attacco di Xavi: la sua velocità, i suoi dribbling e i suoi assist sono stati decisivi nel gioco e nel risultato. L’ex Wolverhampton ha rivoluzionato il gioco della squadra catalana con la sua spinta e la sua classe sulla fascia, fornendo ai compagni 10 dei 25 cross arrivati in area.
Un pericolo in più per la difesa azzurra, che obbliga Luciano Spalletti a studiare soluzioni per fermare l’imponente velocità dell’attaccante spagnolo.